Un bellissimo noir dal taglio ironico

Va così: resto a dormire dai miei e mi metto a leggere B.D.D. il romanzo di Claudio Dionesalvi inviatomi dal buon Dinuzzu, che lo ha impaginato e ne ha realizzato la copertina. Sono vecchi, fraterni, compagni dell’ex centro sociale Gramna e della curva cosentina, coi quali dagli anni novanta ho condiviso un sacco di storie. Per i puristi delle alleanze da stadio, ci tengo a chiarire che si tratta di un rapporto di natura esclusivamente personale, che non coinvolge in alcun modo le curve napoletane. Come ne ho con qualche vecchio milanista, attivo prima che la loro curva diventasse businessland, qualche livornese, un paio di vecchi romanisti, una manciata di bestie da soma bergamasche (pota!), una spruzzata di bresciani, un paio di granata del Toro e pure qualche doriano. Lo ammetto. Tutte amicizie che viaggiano sui binari dell’appartenenza politica, naturalmente, perché attendendomi al codice strettamente pallonaro, odio la Roma, il Brescia, il Doria e l’Atalanta, un po’ meno il Milan. Qualche maligno dice che sotto sotto addirittura lo tiferei, il vecchio diavolone, ma sono dicerie di menti semplici, facilmente suggestionabili, che confondono l’amore per la città di Milano con il supporto per una delle loro squadre. il Toro, poi, come fai a odiarlo? I cugini poveri degli odiatissimi gobbi, con Superga, tutti i guai, il declino, Pulici e Graziani, i gemelli del goal di quando ero bambino. Anche se poi una volta gli siamo quasi entrati in curva a Torino, quando entrambi eravamo gemellati coi grifoni genoani. Poi ho una vaga simpatia per il Livorno, ma non più di tanto. Il Cosenza invece è la mia seconda squadra. Coi cosentini sono stato al San Vito, a Salerno in una rocambolesca e pericolosa trasferta, vista l’aspra rivalità esistente fra le due squadre. E pure al San Paolo, col Cosenza ospite del Savoia, quando gli oplontini giocavano le partite casalinghe nel nostro tempio di Fuorigrotta. Il clima di quegli anni l’ho ritrovato tutto nel romanzo di Claudio, che è un bellissimo noir dal taglio ironico, scritto veramente bene, con un uso sapiente e contenuto del cosentino. Una trama che si sviluppa tutta intorno alla scoperta prima di un “delitto” e poi dei colpevoli. Morale della favola? Le 239 pagine che compongono il romanzo le ho lette tutte di un fiato stanotte, addormentandomi solo alle prime luci dell’alba. Perciò, non posso fare altro che consigliarvelo caldamente. Credetemi: mi ringrazierete, perché B.D.D. spacca.
Rosario Dello Iacovo
coessenza.org   giugno 2013

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