La curva: “Te lo ricordi Marulla?”

Un Re in esilio si aggira solitario per le pianure rettangolari della serie C2. Il suo nome è Gigi Marulla, classe ’63, nativo di Stilo, a due passi da Reggio Calabria.  Nella vita Gigi fa l’attaccante. La sua storia di calciatore è legata a Cosenza, dove per undici anni ha trascorso le giornate inseguendo un pallone. Una città dissacrante, animata da spinte metropolitane, che ha assegnato a quest’uomo il compito di rappresentarla nel mondo del calcio. Marulla ha ricambiato l’affetto dei cosentini a suon do gol, realizzando reti impossibili per uno delle sua statura. L’anno scorso Gigi giocava in coppia con Mario La Canna, attaccante cosentino purosangue. La curva sud, antiproibizionista per tradizione, incitava entrambi con un coretto malizioso: ma…rulla la canna”.
E Gigi ringraziava, orgoglioso e modesto, corteggiato persino da società straniere interessate a questo giocatore che conosce la B come le sue tasche. Nella serie cadetta, l’attaccante rosso blu era approdato con la maglia del Genoa. Il  “San Vito” lo aveva salutato con una frase commovente: “Ciao piccolo grande Gigi” eppure tutti sapevano che presto sarebbe tornato.  “A Genova- racconta Marulla- Ero arrivato nel 1985, acquistato grazie all’esorbitante cifra di un miliardo e 800 milioni. Il Cosenza mi aveva ceduto con un nodo alla gola.  Nella stagione ’84 – ’85, in serie C1, avevo segnato 18 gol”. A Genova lo ricordano ancora quel “Paolo Rossi di Calabria”, occhi profondi e sguardo triste. In Liguria segnò 1° gol. Oggi descrive così quell’esperienza: “Fui accolto bene dal caloroso pubblico di marassi, ma io soffrivo. Noi calabresi abbiamo questo rapporto incredibile con la terra d’origine. Siamo grandi viaggiatori, ma non vediamo l’ora di tornare”. Ben presto si staccò da Genova e dal Presidente Spinelli, uomo scontroso e carico di arroganza. Dopo due stagioni giocate con l’Avellino, Gigi gol ritornò alla base. In serie B lo temevano tutti. Gli allenatori avversari ordinavano ai difensori di soffocarne l’inventiva. Il suo gol più importante?
“A Pescara – ricorda Marulla – il 26 giugno 1991 al secondo tempo supplementare dello spareggio salvezza con la Salernitana. Fu una gioia immensa”. Con quel gesto Gigi conquistò il cuore della città dei bruzi. Qualcuno fece una scritta murale nel centro di Cosenza: “Marulla sindaco”. Giacomo Mancini non ci ha pensato due volte. L’anziano uomo politico, conoscitore dei miti popolari, si è lasciato ispirare dall’enorme graffito e ha convinto Gigi a candidarsi nella sua lista. Marulla è sincero nel ricostruire la sua esperienza in politica. “Ho preso solo 27 voti. Mi sono candidato perché stimo molto l’attuale Sindaco, ma non avevo una gran voglia di essere eletto. Amo questa città. Credo di averla servita fino in fondo”. E allora – si chiedono tutti – perché Gigi ha deciso di chiudere la carriera a Castrovillari? “L’anno scorso – a fine stagione – avevo già firmato un contratto che mi legava al Cosenza per una cifra di 60 milioni, ma il giorno dopo, sulla spiaggia, ricevetti una telefonata del presidente Pagliuso. Aveva cambiato idea. Mi informava che non rientravo più nei piani della società. Forse si è trattato di una scelta del tecnico Sonzogni”. Quest’anno, a Castrovillari, Marulla ha già segnato 11 reti.
Mentre Gigi ci accoglie in salotto, il figlioletto Kevin gioca a pallone sul pianerottolo. A Cosenza la parte calda della tifoseria non ha gradito la cessione di Marulla a Castrovillari. E sui muri della città è apparsa la scritta: “Aspettando Kevin”.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 11 marzo 1998

http://www.ilquotidianoweb.it/video/740239/VIDEO—Presentato-il-Cosenza.html?refresh_ce

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