Le morti scomode

Sarà capitato a tutti di ritrovarsi una pistola puntata ad un posto di blocco. A me è successo quando avevo diciotto anni. Vi assicuro che non è stata una bella esperienza. Avevo appena preso la patente, stavo percorrendo il tratto di autostrada tra Cosenza nord e Cosenza sud. Fermato da una pattuglia della polizia stradale, sono entrato in un piccola area di parcheggio. L’emozione era tanta: il mio primo posto di blocco! Così dimenticai di mettere ‘a folle’ prima di lasciare la frizione e la macchina fu presa da un singhiozzo improvviso, come se volesse vomitare. Davanti al muso della mia auto c’era uno dei due agenti e l’altro era all’altezza del finestrino. Quest’ultimo, preso dal panico, perché credeva che volessi investire il collega e tentare un’improbabile fuga, mi ha puntato una pistola alla tempia, mi ha trascinato fuori dall’auto e preso a schiaffi. Niente male per un novello automobilista. Da allora quando vedo un posto di blocco sono capace di fermarmi anche se non mi intimano l’alt.
Non dovevano pensarla come me i tre ragazzi che l’altro giorno, a Larino, hanno deciso di sfuggire ad una pattuglia dei carabinieri. Luigina Colantonio, di anni 17, è morta, trafitta alla schiena da un proiettile dell’Arma. Ha avuto una sorte analoga a quella di altre 635 persone, che dal 1975 ad oggi in Italia sono rimaste vittime delle forze dell’ordine. A fornirci questi dati è stato il centro di iniziativa “Luca Rossi”, che ha reperito tutti i materiali sull’argomento, riorganizzandoli in un “libro bianco sulla legge reale”. Cito per esempio il “caso n. 623”: è il 27-06-89, siamo a Nave in provincia di Brescia, la vittima si chiama Claudio Ghidini, 19 anni: “un’auto con tre giovani a bordo viene fermata dai carabinieri per un controllo. Un milite intima a Ghidini di salire sulla sua auto: il giovane si rifiuta per aspettare gli amici, ma viene preso a schiaffi e poi ucciso da un colpo di pistola alla testa”. La fonte: “il Giorno”. La sorte toccata al povero Ghidini somiglia molto a quella di tanti altri semplici passanti, ladri di auto, tossicodipendenti, persone sfuggite ai posti di blocco perché senza patente, uccise o ferite. È il risultato della legge Reale, frutto velenoso degli anni dell’emergenza, a dare la possibilità a ragazzotti di diciotto anni in divisa di sparare su persone in fuga. Una legge votata nel ‘75 da tutti i gruppi parlamentari tranne Sinistra indipendente e il Pci, che solo un anno dopo ne diventerà il più accanito sostenitore.
Avete visto il film “l’odio”? É proprio vero che la realtà supera sempre l’immaginazione!
Claudio Dionesalvi
Il Taglierino, 8 giugno 1996

 

 

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