Pietro Garritano è tornato vivo dal confine estremo

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Caro blog, caro digidiario,

si chiude qui un anno difficile. Forse in fondo non ce n’è mai stato uno facile. Però quest’annata finisce con una bella notizia. Siamo appena rientrati dalla trasferta di Catanzaro. Stavolta abbiamo vinto. Non era una partita come tutte le altre. Contro di noi giocava una dama vestita di nero. Incredibile ma vero: per la prima volta, dalla nostra parte, c’erano anche i Catanzaresi. Davanti all’ospedale in cui è ricoverato Pietro, in mezzo ad altri fratelli e sorelle arrivati da Cosenza, oggi pomeriggio abbiamo trovato pure Totò e Mariano, vecchi Ultras giallorossi. Erano lì in segno di vicinanza e condivisione, al di là di tutte le barriere immaginarie che abbiamo costruito nel tempo.

Sono riuscito a salire in reparto, l’ho visto, ho parlato con Pietro per pochi minuti. Sta meglio. Ancora però non è fuori pericolo. Per quelli che credono in un Dio, Petruzzu è un miracolato. Per i materialisti, è vivo grazie all’intuizione di un ottimo radiologo dell’ospedale di Cosenza e deve la vita soprattutto alla bravura dei cardiochirurghi catanzaresi. Appena mi ha visto, mi ha chiesto di ringraziare tutte e tutti gli amici e le amiche che da Cosenza e dall’Italia intera in queste ore chiedono di lui e per la sua salute stanno pregando. Ha la testa e la pelle più dure degli scogli che formano le “T” di Paola. Dice che in queste ore ha capito tante cose e che il suo papà, di recente scomparso, gli è venuto in sogno ridendo e gli ha detto: “Sempre guai combini”. Mi ha detto pure che è arrivato il momento di lottare, di fare qualcosa, tutti insieme, per risollevare la catastrofica situazione in cui versa la sanità cosentina e quella del resto della Calabria. Che nell’ospedale dell’Annunziata operano medici e infermieri eccezionali, ma non è più ammissibile che continuino a lavorare in condizioni assurde, causate dai tagli e dalle ruberie della malapolitica.

Caro diario, Pietro è una delle persone più testarde, leali e generose che io conosca. Sono pazzo di gioia per averlo visto resuscitato. Offriamo un calice del buon vino calabro alla dama vestita di nero che un allegro e divino giullare 800 anni fa ebbe il coraggio di chiamare “Sorella”. Stanotte ubriachiamoci insieme a lei. Affinché in queste ore deponga la falce. E lasci in pace i deboli, gli afflitti, i malati, quelli privati della libertà, le donne e gli uomini che ancora possiedono un cuore. Come Petruzzu!

Claudio Dionesalvi

4 Comments
  • Tony Ros
    dicembre 31, 2015

    ….le cose più importanti sono state già scritte, nulla da aggiungere se non un …..live long and prosper……….jamuniiiiii

  • Bruni Michele
    dicembre 31, 2015

    Belle parole Claudio ci conosciamo poco, ma ho sempre avuto una forte stima nei tuoi confronti… E’ vero Pietro e’ duro come uno scoglio… gli siamo tutti vicini. Gli ultra’ del Catanzaro sono la seconda volta che mi sorprendono, la prima in occasione dei funerali di Gigi. Onore anche a loro.
    Michele

  • Tonino Grazioso
    dicembre 31, 2015

    Promesso … tornerò allo stadio appena ci torni tu per abbracciarti. Auguri Pitruzzu, oggi ho pianto e pregato per te, ti aspetto. Tonino Grazioso

  • Domenico
    gennaio 3, 2016

    Bellissima storia. Up the scarves, up the beers.

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