Cosenza, la polizia contro il presidio dei migranti

Non è tollerata l’acampada tra le vetrine del centro. Tafferugli, un contuso, numerose denunce per invasione di suolo pubblico e manifestazione non autorizzata. È il bilancio della seconda giornata di tensione a Cosenza, dove la polizia è intervenuta diverse volte con la forza per sgomberare il piazzale antistante la prefettura, occupato dalle tende montate da una trentina di kurdi e pakistani che chiedono un tetto provvisorio, in attesa del disbrigo delle lungaggini burocratiche previste per i rifugiati e i richiedenti asilo.
I migranti vivono da cinque mesi nei capannoni abbandonati della stazione ferroviaria, in condizioni disumane. Nonostante abbiano presentato la documentazione in questura per ottenere una regolarizzazione, non hanno trovato sistemazione nel sistema d’accoglienza attivato sul territorio provinciale. Una sorte migliore è toccata due mesi fa ad un gruppo di afgani, anch’essi da mesi abbandonati in edifici fatiscenti della periferia, che dopo una giornata di sit-in sotto il palazzo della prefettura riuscirono a trovare sistemazione in un C.A.S.
Martedì scorso, nel tentativo di essere ricevuti dal prefetto, sostenuti dal comitato Prendocasa e da altre associazioni impegnate a favore dei migranti, anche i trenta ragazzi curdi e pakistani hanno provato a richiamare l’attenzione generale sulla propria situazione, montando alcune tende sull’isola pedonale della centralissima corso Mazzini.
Immediata la reazione della questura di Cosenza, che ha intimato la rimozione del pacifico presidio. Giovedì mattina gli agenti sono passati all’azione fermando e portando tutti in questura. Dal canto suo, la polizia municipale ha notificato alle persone identificate una multa di 450 euro per “abbandono di rifiuti”. Quest’ultimo episodio ha provocato l’indignazione dei sindacati e della Cosenza antirazzista. Difficile non interpretare il gesto dei vigili urbani come un pesante messaggio di intolleranza, tendente ad equiparare i corpi di persone private dei più elementari diritti al problema dello smaltimento dei rifiuti.
Nel pomeriggio le reti antirazziste cittadine si sono ritrovate nella piazza dell’acampada per dare vita ad una nuova manifestazione di protesta. Ma appena hanno tentato di rimontare le tende, la polizia è intervenuta per sequestrarle. Ne è scaturito un furioso parapiglia sotto gli occhi delle centinaia di passanti che a quell’ora affollano il corso. Uno dei manifestanti, avendo riportato contusioni, è stato soccorso dai sanitari del 118. Dopo pochi minuti, in maniera del tutto tardiva, questura e prefettura hanno fatto sapere di avere inoltrato al ministero dell’Interno una richiesta di inserimento di questi 30 migranti nel sistema d’accoglienza.
Nella nottata, i rifugiati hanno trovato un tetto provvisorio nei locali del C.P.O.A. Rialzo. Prendocasa invoca l’intervento dell’amministrazione comunale che potrebbe disporre una sistemazione temporanea, in attesa che da Roma arrivi il nulla osta. «Ora tocca alle autorità di questa città – si legge in una nota del comitato – prendere posizione, al di là di proclami e false promesse. Siamo stanchi di essere attaccati, siamo stanchi di dover rintuzzare la forza bruta».
L’amministrazione comunale ha fatto sapere che si è già attivata per soddisfare la richiesta, ma sarà possibile disporre l’accoglienza in strutture convenzionate solo dopo che saranno effettuati gli accertamenti sull’identità dei rifugiati. In provincia di Cosenza sono circa 900 i migranti ospitati tra C.A.S. e Sprar. L’ultimo sbarco di 500 unità, tra cui tanti nuclei familiari, mercoledì scorso nel porto di Corigliano. Di recente, numerose sono state le denunce pubbliche sulle vergognose condizioni di vita registrate in alcuni di questi centri, spesso affidati a strutture prive di competenza, gestite da soggetti di dubbia onestà.
Claudio Dionesalvi

il manifesto, 2 luglio 2016

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