Operaio minaccia di darsi fuoco

Un operaio entra in fabbrica con lo sguardo rapito dalla collera. Ha una rivendicazione da avanzare. Trova intorno a sé il consueto velo di indifferenza e si incatena ad un lampione, minacciando di cospergersi il corpo di benzina e darsi fuoco.
È accaduto più o meno questo, ieri mattina a Castiglione, nella Legnochimica. Il protagonista della clamorosa forma di protesta è Luigi S., un dipendente da poco rientrato in servizio, dopo essere stato per alcuni mesi in cassa integrazione.
La direzione dell’azienda non ha fornito una versione ufficiale dei fatti. Tuttavia, secondo indiscrezioni l’operaio avrebbe deciso di minacciare il suicidio, perché non sarebbero state prese in considerazione rivendicazioni legate probabilmente a suo figlio M.
Qualche mese fa, infatti, rappresentanti dei lavoratori e vertici della Legnochimica avrebbero siglato un accordo che prevedeva l’assorbimento, da parte dell’azienda, dei 13 operatori della Legnoservice, una ditta operante all’interno della stessa fabbrica. L’intesa prevedeva una sorta di scambio: al posto dei lavoratori rientrati dalla cassa integrazione sarebbero stati assunti, entro il 12 ottobre (Ieri-Ndr), i giovani della Legnoservice. Tra le persone che dovevano passare alle dipendenze della Legnochimica, figurerebbe il nominativo del figlio di S.
Ma evidentemente l’azienda non ha rispettato la promessa. Quando l’operaio si è reso conto che quasi certamente l’impegno non sarebbe stato mantenuto, ha deciso di passare alle vie di fatto.
I colleghi e compagni di lavoro hanno cercato di convincere Sprovieri a non compiere una gesto così folle.
Ma intorno alle 9:30 l’uomo è stato colto da malore – probabilmente a causa delle esalazioni della benzina – ed immediatamente trasportato all’ospedale civile dell’Annunziata. Le sue condizioni non sono state giudicate gravi dai medici del pronto soccorso. Sprovieri è stato dimesso in mattinata.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 14 ottobre 1999

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