Rissa tra gli ambulanti, cinese morde il rivale

Prima giornata molto movimentata per la fiera di San Giuseppe. Tra le bancarelle di Lungo Crati e piazza Valdesi si è assistito ad un’inedita caccia all’ambulante abusivo. Decine di immigrati hanno posizionato le proprie mercanzie sui marciapiedi di via Sertorio Quattromani, ma la polizia municipale è intervenuta per “riportare l’ordine”. Proteste e lamentele non sono mancate. Qualcuno ha anche raccattato la merce ed è andato via, giurando che a Cosenza non metterà più piede.
La spietata competizione che si è scatenata per la conquista di un fazzoletto di asfalto sul quale esporre la merce, ha fatto surriscaldare i nervi e sono scoppiate risse e qualche scazzottata. In un paio di circostanze, si è trattato di veri e propri pestaggi messi in atto per far rispettare la vecchia, tragica, consuetudine di imporre agli ambulanti stranieri il pagamento di piccole tangenti per il pedaggio.
Nella maggior parte dei casi, sono stati gli stessi venditori a sedare le scaramucce, ma ieri mattina, in piazza Crispi, è dovuta intervenire una pattuglia della polizia postale che si trovava a passare per caso. Protagonisti del violento litigio, causato dalla lotta per un posticino tra gli stand della fiera, Sarker Anowar, 21 anni del Bangladesh e il cinese Tang Zyongy, 25 anni. Dopo un diverbio durato pochi minuti, i due sono passati alle vie di fatto. Una colluttazione violentissima: calci, pugni e gomitate. Il sangue è schizzato a fiumi quando il cinese ha morso il rivale ad una mano, staccandogli tre centimetri di carne.
La scena ha richiamato l’attenzione della polizia che ha provveduto a fermare gli ambulanti e trasportarli in ospedale. Anowar ha riportato una grave ferita alla mano sinistra; Zyongy è uscito dallo scontro con un trauma cranico e una contusione all’occhio destro. Tanta rabbia ed un’esplosione di odio… per pochi centimetri di marciapiede. Ma il Comune non potrebbe inaugurare una strategia di accoglienza e tolleranza? Forse episodi come questo si potrebbero evitare.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 18 marzo 1999

 

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