Clima molto teso nell’ispettorato

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Clima ancora teso negli uffici della Direzione provinciale del lavoro. Non si è estinta l’eco della vicenda giudiziaria esplosa in seguito alla denuncia per presunti abusi e persecuzioni, presentata da due dipendenti che avevano accusato un funzionario dell’ispettorato.
Mentre veniva presentata la richiesta di archiviazione del caso, avanzata dal Pm Luberto, proseguiva la verifica da parte del Comitato nazionale di parità, organo del ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.
Da Roma arrivano segnali precisi. La determinazione nel voler fare chiarezza sull’accaduto si evince da una circolare inviata ai rappresentanti delle rappresentanze sindacali unitarie, firmata dalla consigliera nazionale, Marzia Barbera, e dalla presidente del Collegio istruttorio, Libera Del Rosario Chiaromonte.
«In relazione alla gravità della situazione – si legge – e del clima lavorativo sussistente presso la Direzione provinciale del Lavoro di Cosenza e ai fatti verificatisi, a fronte anche della disponibilità in proposito espressa da uno dei rappresentanti sindacali in sede di audizione presso questo Ministero, si invitano le organizzazioni sindacali a collaborare fattivamente alla diffusione e alla applicazione del codice di condotta contro le molestie sessuali, che questo Ministero ha recentemente adottato.
Si ritiene – conclude la circolare ministeriale – che ciò possa aiutare la ripresa di un dialogo e incidere sul piano della maturazione culturale e della consapevolezza dei valori in gioco».
In sostanza, il Collegio istruttorio impone a funzionari e dipendenti il rispetto della normativa vigente, richiamando tutti ad un maggiore senso di responsabilità.
La lettera segnala, inoltre, l’esistenza di un abbassamento di qualità della condizione lavorativa. Un fatto allarmante, che potrebbe incidere sull’erogazione dei servizi. La delicata vicenda giudiziaria, che ha turbato la serenità degli uffici dell’ispettorato, si era aperta nel giugno del ’96, quando due lavoratrici avevano denunciato un funzionario.
All’inizio del ‘97 il Pm Luberto chiedeva il rinvio a giudizio del dirigente e la sospensione temporanea dall’incarico. Il termometro delle relazioni umane nella sede di Via Massaua saliva alle stelle. L’inchiesta finiva nelle mani del Gip Lencioni che respingeva la richiesta di rinvio a giudizio. Intanto, il dirigente presentava ricorso, vincendolo e rientrando automaticamente in servizio.
Dopo ulteriori indagini, Luberto chiedeva l’archiviazione, ma trovava la ferma opposizione della difesa delle due denuncianti. Le «audizioni» avvenute negli uffici ministeriali confermano l’esistenza di un’indagine interna. Tuttavia, il fatto non è sufficiente a conoscere l’esito dell’inchiesta “parallela”, svolta lontano dal clamore e dalle polemiche.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 4 febbraio 2000

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