“L’eclissi solare ci fa riscoprire che apparteniamo alle stelle”

Il richiamo dell’eclissi solare dirotta gli sguardi verso il cielo. Occhi puntati sulla volta celeste: domani, intorno alle 11, si verificherà uno dei fenomeni più suggestivi. La luna oscura il sole. Tra le innumerevoli braccia che si leveranno, ci sarà anche il dito indice di Franco Piperno, docente di Fisica nell’università della Calabria.
«Quello di cui ci parlano gli oggetti celesti – dice – è di un nostro appartenere ad una natura ancora più complessa e ricca di quella che vediamo sul pianeta. La vita è frutto non solo delle capacità degli esseri viventi e dei vegetali presenti sulla Terra, ma dell’azione di grandissime masse stellari, la prima delle quali è il sole. In realtà, con esso collaborano tutte le altre stelle, messe nello spazio a permettere la vita sulla Terra». L’eclissi «turba il comportamento frequente del sole e della luna nel cielo. Sollecita gli esseri umani a pensarsi anche come qualcosa che presuppone l’esistenza delle stelle. Tutti i metalli presenti nel nostro corpo sono stati formati nelle stelle. Questo fatto permette di capire di quale straordinaria ricchezza siamo fatti».
Domani il fenomeno sarà visibile solo in aree limitate. «Non ne sono sicuro, ma credo che a Cosenza sarà al settanta per cento – spiega Piperno-. A differenza di quella lunare, l’eclissi di sole avviene sempre lungo una piccola striscia. Nel febbraio ’61 ero a Roma e sono stato fortunato, perché ho avuto la possibilità di vederla. È un fenomeno che ha una storia umana e scientifica per tanto tempo è stata considerata come qualcosa che rompeva l’ordine dei cieli ed apportava disgrazie. Un po’ come le comete».
Esistono, inoltre, tantissimi aneddoti di personaggi che hanno usato la conoscenza dell’arrivo di un’eclissi per farne un elemento di Potere. «Per esempio Cristoforo Colombo – racconta Piperno – che è riuscito a persuadere i nativi dell’isola di San Salvador a cedere le loro scorte alimentari, predicendo un oscuramento del sole. Lui sapeva che sarebbe avvenuto».
L’eclissi evoca «qualcosa di pre-individuale che non passa attraverso il linguaggio, ma è legato alla “natura non umana”. È come sentirsi parte di un tutto. È un fatto talmente profondo, che ci mette in contatto con le generazioni che sono già morte. L’astronomia è il primo sapere astratto che gli uomini hanno costruito e pone alcune questioni decisive, senza cui la società non c’è». Per osservare il fenomeno sono necessari occhiali particolari. «Ho sentito parlare – conclude il docente – del timore di danni alla vista. Sono paure ingiustificate, perché lo sforzo dell’occhio nel guardare il sole è tale che cediamo subito. Gli occhiali servono, ma non per evitare di restare ciechi. Bastano due lenti polaroid incrociate».
Franco Piperno osserverà l’eclissi da un paesino in provincia, dove i Comuni organizzano serate per osservare le stelle, «in modo che la gente guardi il cielo anche quando non ci sono le eclissi».
Claudio Dionesalvi
Il Domani, martedì 10 agosto 1999

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