Calabria, non si vota fino alla primavera. Sanità commissariata: ipotesi Gino Strada. Incidenti a Cosenza

Rinvio lungo. Fino a una data da stabilirsi tra il 10 febbraio e il 15 aprile. Il Consiglio dei ministri ieri sera ha deciso di congelare il voto per il consiglio regionale e il presidente della Calabria, necessario per la prematura scomparsa della presidente Jole Santelli. Il voto sarebbe stato altrimenti previsto entro l’inizio di gennaio. Contrario alla decisione, motivata ufficialmente con il rischio pandemico, tutto il centrodestra, che avrebbe voluto votare al più presto.
Intanto nel romanzo infinito della sanità calabrese, dopo tanti errori ed orrori, finalmente una buona novella. Si affaccia con insistenza l’ipotesi che il nuovo commissario straordinario sia il fondatore di Emergency, Gino Strada. Sarebbe la terza nomina in 4 giorni. Ma decisamente la più autorevole per ridare credibilità a un sistema sanitario allo sbando. Dopo l’esautoramento in diretta tv del generale dei carabinieri, Saverio Cotticelli, il governo aveva provato a metterci immediatamente una toppa, designando Giuseppe Zuccatelli. Ma la pezza si è rivelata peggio del buco. Perché questo medico romagnolo, ex presidente di Agenas, già bersaniano e candidato alle scorse politiche nelle liste di Leu nel collegio cesenate, è stato subito colpito e affondato dal turbinio mediatico. Viene accusato di essere un “no mask” per alcune sue intemerate contro l’uso dei dispositivi di protezione. In realtà, il nocciolo della questione è un altro. Zuccatelli non è un nome nuovo per la Calabria. Ha ricoperto l’incarico di commissario straordinario dell’Asp di Cosenza e attualmente è commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini e dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Viene accusato di avere rapporti troppo stretti con importanti settori della sanità privata calabrese e di non aver saputo fronteggiare per tempo la prima ondata del virus nel territorio del capoluogo. Così per levarsi dal pantano in cui il governo si era ficcato è spuntato il nome di Strada. Un appello che circola in rete in questi giorni ha già incassato centinaia di firme. Il nome del medico milanese metterebbe d’accordo tutti: dalla sinistra radicale fino a frange del Pd passando per i 5 stelle. Ma mentre prosegue la litania sul commissario prosegue in Calabria la mobilitazione permanente. Ieri sera, a Catanzaro e Cosenza nuove manifestazioni di protesta contro il governo regionale e quello nazionale. La polizia ha sbarrato la strada ad alcune centinaia di persone che volevano bloccare di nuovo l’autostrada A2 Salerno Reggio Calabria all’altezza dello svincolo di Cosenza, dopo averlo già fatto giovedì scorso. Momenti di tensione e manganellate sulle prime file del presidio spontaneo. Alcuni manifestanti hanno riportato contusioni, ma il corteo non si è disperso ed in seguito ha riattraversato le strade della città, al grido “Sanità pubblica. Azzerare il debito”, scandendo altri slogan contro i boss calabresi delle cliniche private. In prima fila le attiviste del collettivo Fem.In, soddisfatte per lo straordinario risultato dell’inchiesta che hanno svolto negli ultimi mesi sulla sanità in Calabria, culminata nella pubblicazione del video-denuncia realizzato durante l’occupazione, nel maggio scorso, degli uffici del neocommissario Giuseppe Zuccatelli.  “In un anno di commissariamento dell’Asp cosentina, l’azione di riordino attuata da Zuccatelli è stata a dir poco inutile – spiega Jessica Cosenza di Fem.In -. Inoltre ha chiuso piccoli presidi territoriali importanti. Andammo a protestare nel suo ufficio per la mancata riapertura dei consultori ed ambulatori, dopo il primo lockdown. Le strutture private stavano già approfittando di questi disservizi. In quel tavolo e in altre interlocuzioni Zuccatelli ha dimostrato di essere inefficiente. Il video che girammo lo conferma”.
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti

il manifesto, martedì 10 novembre 2020

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