Mattinata di tensione «per il diritto alla casa»

Giornata di tensione per una decina di famiglie del rione Santa Lucia e di Via Rivocati. Vivono in abitazioni umide, pericolanti e dichiarate inagibili dalla Protezione civile. I loro cognomi sono iscritti nell’elenco delle persone che hanno fatto richiesta di riconoscimento  del diritto alla casa popolare. Ma stando alle graduatorie, sono tagliati fuori dall’assegnazione dell’alloggio.
Ieri di buon mattino hanno occupato i piani bassi della sede dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica. «Di qui non ci muoviamo, finché non saremo ricevuti da un responsabile», ha detto un portavoce. L’incontro è avvenuto alle 10. I dirigenti dell’Aterp hanno avuto un breve confronto con le famiglie. Sul taccuino del dottor Guzzo e dell’ingegnere Barone sono state annotate situazioni abitative disastrose. Condizioni di vita antigieniche, in edifici coperti da tetti in amianto; nuclei familiari di otto o nove unità costretti a condividere un’unica stanza; sfratti imminenti e conflitti durissimi tra famiglie indigenti. Una donna ha attribuito alla propria situazione disagiata una delle cause dello stato di depressione che ha portato la figliola tredicenne a tentare, un mese fa, il suicidio. I senza-tetto puntano l’indice accusatorio contro l’ufficio comunale per i Servizi sociali. È noto che la commissione incaricata di esaminare le richieste di alloggio popolare, all’interno della quale opera un rappresentante di Palazzo dei Bruzi, ha impiegato 15 anni per stilare la graduatoria definitiva degli aventi diritto. L’argomento sta iniziando a creare notevoli frizioni tra amministrazione comunale e Aterp. Tremilasettecentosettantotto le domande pervenute sul tavolo della commissione. Ma il Comitato denuncia irregolarità nei criteri di assegnazione del punteggio. E ieri ha ribadito che da un’inchiesta dal basso sono risultati casi di abusivismo e appartamenti popolari venduti illecitamente dagli abusivi. La nuova sanatoria che il governo regionale vorrebbe attuare, porterebbe alla legalizzazione di queste situazioni, danneggiando ulteriormente chi non ha mai avuto una collocazione sufficientemente alta in graduatoria. Dopo l’incontro, il mini corteo si è diretto verso gli uffici comunali di via Piave, dove non sono mancati i momenti di tensione. In tarda mattinata una delegazione è stata ricevuta dalla responsabile Pellicori.
Tuttavia, indicazioni erano state precedentemente fornite dall’Aterp. Queste le tappe che dovrebbero portare allo sblocco delle procedure di concessione delle case.
Via degli Stadi. Il primo gruppo di 54 alloggi sarà pronto entro il maggio 2000. Sul secondo, i tempi sono destinati a slittare almeno fino a luglio 2001. È sorto un contenzioso tra Aterp e l’impresa Clausi. In queste settimane dovrebbe svolgersi la prima udienza del procedimento civile apertosi tra le parti. L’ex Iacp si appresta ad avviare un progetto per riappaltare l’opera, che fornirà 50 alloggi agli aventi diritto. Un’altra annosa vicenda riguarda le 62 case popolari di Vaglio Lise, quasi completate, ma non ancora consegnate e quindi temporaneamente abbandonate al degrado, L’Aterp ha ottenuto un finanziamento integrativo e sta predisponendo gli atti per una nuova gara d’appalto. Termine previsto per la conclusione dei lavori: dicembre 2000. E una controversia tra Azienda ed impresa edile è avvenuta anche su Donnici: 15 alloggi. Intanto, sono stati acquistati fabbricati nella zona del centro storico. Quasi pronti i progetti. All’interno degli edifici da ristrutturare dovrebbero trovare posto in totale 24 famiglie. Agli abitanti della “palafitte” di contrada Molara saranno invece affidati gli alloggi che sono in costruzione alle spalle dello stadio. Ma pare che il numero delle famiglie sia passato da 26 a 34.
Una graduatoria affissa sulla bacheca del municipio attribuisce il diritto ad un numero limitato di nuclei familiari: 24. L’articolo 15 della legge 1035/72 concede la possibilità di presentare ricorso al Sindaco, contro eventuali situazioni illegittime. Il Comune è tenuto a verificare la regolarità delle singole posizioni, prima della consegna delle chiavi. Per discutere di questi argomenti, le famiglie chiedono un incontro con il primo cittadino.
Infine, da registrare la nota di Rifondazione comunista. «Vada – afferma il Prc – l’assessore Morrone a verificare la veridicità e la consistenza di quanto andiamo sostenendo, evitando di rilasciare improvvide dichiarazioni condite dal più insensato migliorismo».
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 22 febbraio 2000

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