Pomeriggio di tensione in via Gergeri

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Ancora momenti di tensione nel quartiere Gergeri, dove vivono circa cento famiglie della comunità rom cosentina. Nel pomeriggio di venerdì, i carabinieri delle caserme di Rende, Rose e San Pietro hanno fatto un irruzione a scopo investigativo. Secondo quanto raccontato dagli abitanti della zona, in quel momento alcuni ragazzini stavano giocando con i rottami accatastati sulla riva del fiume. Un carabiniere avrebbe notato che i piccoli rom stavano maneggiando materiale “sospetto”. Avvicinatosi ai bambini, il militare ha puntato la mitraglietta contro il piccolo Antonio M., 10 anni, intimandogli di consegnare immediatamente l’insolito giocattolo che aveva tra le mani.
Dopo un’attenta verifica, è risultato che si trattava di un meccanismo di antifurto per auto, abbandonato da qualcuno che ha voluto disfarsene. Sotto la minaccia dell’arma da fuoco, il bambino ha dichiarato che l’arnese era di proprietà del padre e ha condotto i militari nella propria abitazione. Subito dopo, Antonio si è accasciato al suolo ed è stato colpito da un attacco di panico, accompagnato da pianto, tremore ed aumento della sudorazione, provocati dalla paura della mitraglietta, che per cinque lunghi minuti gli sarebbe stata puntata contro lo stomaco. Gli abitanti del quartiere sono usciti dalle abitazioni, esasperati dai continui controlli, che quasi ogni giorno vengono effettuati nella zona. Si è rischiato lo scontro, quando i genitori del piccolo Antonio hanno visto il figlio riverso per terra. Trascorso un quarto d’ora di tensione, gli animi si sono placati, ma nella notte il bambino ha avuto incubi ed attacchi di vomito.
Un episodio analogo si era verificato un mese fa. Al termine di un blitz delle forze dell’ordine, un anziano di etnia rom era finito in ospedale, dopo essere stato urtato da una volante. Anche in quella circostanza, la gente era uscita dalle case urlando e chiedendo ad agenti e militari di allontanarsi. Solo con l’intervento massiccio dei rinforzi, la situazione era tornata alla normalità. Nel quartiere Gergeri, retate e perquisizioni sono all’ordine del giorno e spesso vengono effettuate all’alba. Da anni le associazioni attente ai problemi degli zingari lamentano il carattere indiscriminato degli interventi repressivi. Nella maggior parte dei casi, a fare le spese di questa situazione sono donne e bambini, costretti ad abbandonare provvisoriamente le abitazioni nel cuore della notte, per consentire agli investigatori di perlustrarle. E sono sempre più frequenti i casi di persone colte da malore, in seguito ai blitz. Nell’autunno scorso una ragazza, che qualche anno fa è stata sottoposta a trapianto, è svenuta durante un irruzione. Stamani, in occasione della venuta a Cosenza del ministro Diliberto, i rom del quartiere Gergeri denunceranno pubblicamente l’episodio accaduto venerdì scorso.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 21 febbraio 1999

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