I parcheggi ai ragazzi di Loreto

DALLE STANZE occupate della V circoscrizione, all’imbocco autostradale di Cosenza sud. I giovani di piazza Loreto, pur di guadagnare un reddito minimo, hanno trovato il loro pezzettino di asfalto da far fruttare: il parcheggio nei pressi della sede Anas.
Tutto è bene quel che finisce bene? Si spera. Perché sinora quei ragazzi hanno preso alla lettera la risposta fornita dalle istituzioni. Volevano uscire dalla condizione di inoccupati. Chiedevano di poter lavorare alla manutenzione urbana, nei quartieri centrali della città. Il presidente della V, impugnando la normativa sugli appalti, ha risposto suppergiù così: «Non è possibile affidare la gestione di un servizio, senza procedere ad una regolare gara. Inoltre, i nostri fondi sono insufficienti». L’amministrazione comunale, più volte sollecitata, si è appellata al bilancio: «È finito il tempo delle cooperative. Quelle che già ci sono, restano. Ma non ne apriremo altre. Chi vuole far partire nuove iniziative, deve collocarsi sul mercato ed ottenere soprattutto dai privati le risorse indispensabili a racimolare uno stipendio». Allora, i giovani di Loreto si sono guardati intorno. Non sono né progettisti, né frizzanti neolaureati, animati da idee di progresso e desiderosi di realizzare chissà quale progetto.
Quelli di Loreto mangiano tutti i giorni pane e marciapiede. Avendo un livello basso di scolarità, in questi casi le alternative sono poche, ed hanno scelto una strada tortuosa ma limpida: lavorare autonomamente, provando a custodire le auto parcheggiate, appunto, nella zona di Cosenza sud. E siccome non parlano tre lingue, ma conoscono il linguaggio dell’umanità, si sono pure preoccupati di assorbire nella loro associazione Francesco, uno sfortunato giovane che da qualche anno, in maniera precaria, proprio lì svolge il servizio di parcheggiatore. L’unico piccolo errore, forse, è stato quello di anticipare i tempi. L’amministrazione comunale ha dato un mezzo ed un informale OK, e loro sono subito partiti in quarta, acquistando le divise e mettendosi a lavorare. Forse, avrebbero fatto meglio ad attendere i relativi tempi tecnici. Perché da due settimane a questa parte, ricevono puntualmente la visita di agenti della polizia, che procedono all’identificazione ed al fermo dei soggetti operanti nel parcheggio. In effetti, manca ancora un’autorizzazione ufficiale.
Tuttavia, l’assessore Franco Piperno fa sapere che «la proposta avanzata da questi ragazzi ci è apparsa ragionevole. Stiamo però ancora nella fase istruttoria, al termine della quale l’associazione da essi formata dovrebbe diventare concessionaria del servizio. Ovviamente, l’operazione rientra nel Piano del traffico, che sarà sottoposto tra breve all’approvazione del consiglio comunale e coinvolgerà le circoscrizioni. Sono passaggi inevitabili, senza i quali non è possibile aviare alcuna iniziativa». Di fronte alla legge, quei giovani in teoria sarebbero “abusivi”. Eppure, nel giro di pochi giorni il problema dovrebbe giungere a soluzione. Il più soddisfatto è Luigi Gagliardi, consigliere circoscrizionale del Pse, nonché ispiratore della vertenza. «La nostra non è una cooperativa – spiega – bensì un’associazione che non ha altre finalità, se non quella di mantenere attive persone da sempre escluse dal mercato del lavoro. Per partire, siamo stati sostenuti da chi nel quartiere ha creduto nella buona fede. A loro siamo grati. E speriamo di poter al più presto avere in mano l’autorizzazione ed il diritto ad esistere. Non chiediamo altro».
Claudio Dionesalvi
Il Quotidiano, 11 novembre 2002

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