Nuovi talenti dall’editoria di nicchia

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«Si può fare teatro in Calabria, ma solo se hai tanta pazienza ed equilibrio perché il terreno ti frana sotto i piedi e le amministrazioni locali barcollano».
Con questa ricetta Salvatore La Ruina ce l’ha fatta: ha una nomination per l’Oscar del teatro nella categoria attori di monologo insieme ad Anna Galiena. E il 14 settembre all’Olimpico di Vicenza saprà se la statuetta dell’Ente teatrale italiano toccherà a lui.
L’attore quarantenne è impegnato tutta l’estate nei teatri e nelle piazze d’Italia con Scena Verticale, la sua compagnia di Castrovillari che ha creato «Dissonorata», la cronaca di un delitto d’onore che ha debuttato nell’autunno dell’anno scorso al Festival «Bella Ciao» di Roma.
La pièce è scritta, diretta e interpretata da Salvatore La Ruina,  «ma siamo in venti a lavorarci – dice Salvatore – e ognuno dà il meglio di sé stesso».
Che la cultura a Cosenza non sia un optional è dimostrato dall’arrivo continuo di manoscritti e bozze nelle aziende editrici locali. La Pellegrini Editore, che in città fa cultura da oltre mezzo secolo, ha aperto la collana «Mafie» ed ha mandato in libreria «Fratelli di sangue»  arrivato alla decima edizione. Il magistrato reggino Nicola Gratteri e lo scrittore italo-canadese Antonio Nicaso descrivono il cammino della ‘ndrangheta calabrese da organizzazione pastorale a holding finanziaria.
«Facciamo un lavoro di nicchia con un centinaio di titoli l’anno, e riusciamo a fare fatturato – dice orgoglio l’editore Walter Pellegrini. Che aggiunge: «in Calabria viene prodotto materiale molto valido, e c’è una miriade di autori che varca i confini regionali».
Sta tirando copie non solo in Calabria il diario sui No global di Claudio Dionesalvi, cosentino di 36 anni che insegna lettere alle medie ed è pubblicista.
Cinque anni fa Dionesalvi fu arrestato nell’operazione di polizia in tutta Italia contro i No global. Oggi Dionesalvi, libero ma ancora sotto processo, racconta la sua avventura giudiziaria nel suo «Mammagialla» edito da Rubbettino, l’azienda di Florindo Rubbettino che ha il suo quartier generale a Soveria Mannelli, al confine tra le province di Catanzaro e Cosenza, molto attenta alle nuove rivelazioni made in Calabria.
Come Jacovo Papadopulos, padre greco e cosentino di nascita. Ad appena 17 anni questo studente del liceo classico Telesio scrive «Stranieri» per evidenziare il disagio giovanile di chi emigra insieme alla famiglia.
Jacovo è contento di stare a Cosenza ma vuole di più: «Questa città è piena di risorse culturali, ma ci mancano i faccia a faccia con artisti, scrittori, musicisti, attori. Leggere e guardare un film è una cosa, ma sentirli parlare davanti a te fa crescere di più».
Il Sole 24 Ore, 16 luglio 2007

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