Nuove scuole nuove “malattie”

“Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD), Disturbo Oppositivo Provocatorio, Comportamento dirompente”. Spalanchiamo le orbite e drizziamo le antenne. Non è uno scherzo. Si materializza un altro pezzo della più truculenta delle fantascienze. Dalla psichiatria piovono le nuove mortifere etichette di un’inedita saga degli orrori, partorita dal sadomaso connubio tra globalizzazione del controllo sociale e multinazionali farmaceutiche. Giganteschi spacciatori di droghe statali distribuiscono, già da tempo, nelle scuole e famiglie americane, sostanze che dovrebbero “curare” i ragazzi affetti da questi fantomatici disturbi. È una vera e propria somministrazione controllata, e di massa. “Il bambino è irrequieto? L’alunno si muove troppo?” Zac, una bella pasticchetta, e ritorna “normale”.  Sin qui, in America. Tra poco, forse, anche in Italia. Perché persino quaggiù, in provincia di Cosenza, a qualcuno è venuto in mente di monitorare il ‘fenomeno’ sul territorio. I manuali didattici parlano chiaro: “la caratteristica fondamentale del Disturbo Oppositivo Provocatorio è una modalità ricorrente di comportamento negativistico, provocatorio, disobbediente, ed ostile nei confronti delle figure dotate di autorità che persiste per almeno 6 mesi ed è caratterizzato da frequente insorgenza di almeno uno dei seguenti comportamenti: perdita di controllo, litigi con gli adulti, opposizione attiva o rifiuto di rispettare richieste o regole degli adulti, azioni deliberate che danno fastidio agli altri, accusare gli altri dei propri sbagli o del proprio cattivo comportamento, essere suscettibili e facilmente infastidito dagli altri, essere collerico e risentirsi, o essere dispettoso e vendicativo”. Insomma, molti tra i lettori in questo momento staranno pensando: “Ma quello sono io”. Sì, forse, però non ditelo in giro, perché potrebbe costarvi caro. Scherzi a parte, il problema è serio. Un esercito disgregato di scienziati della pedagogia, psichiatri, insegnanti e assistenti sociali, sta lavorando per affermare il principio che simili comportamenti debbano essere medicalizzati. Non tutti sono d’accordo. Per esempio, l’Osservatorio Italiano sulla Salute Mentale, animato da illustri specialisti e ricercatori, la pensa in modo totalmente opposto: “I cambiamenti avvenuti in questi anni nella società e nella scuola hanno posto i docenti di fronte a situazioni di difficile soluzione. La gestione delle classi si sta rivelando ardua sia sul piano didattico che disciplinare. Ai disagi di tipo familiare si aggiungono cambiamenti sociali che rendono gli scolari più irrequieti e meno attenti. Notiamo che anche da noi sta aumentando l’attenzione per monitorare la presunta patologia “deficit di attenzione e iperattività” (ADHD). Il nostro Ministero della Sanità ha approvato (ottobre 2000) la commercializzazione in Italia del Ritalin, droga utilizzata per “curare” tale patologia nel 90% dei casi. Poiché riteniamo che anche in Italia possa succedere quanto tragicamente accaduto negli USA, dove da decenni si somministra questa ed altre droghe agli scolari segnaliamo quanto segue: Il Ritalin (metilfenidato) è una droga classificata nella tabella 1 degli stupefacenti con l’LSD, cocaina, eroina, mescalina, metadone, morfina, oppio. Causa assuefazione, dipendenza ed è a rischio di abuso; predispone all’uso di droghe illegali in età adulta. Può causare gravi danni fisici, neurosi, psicosi; sono 2.900 gli effetti collaterali noti; dal 1990 al 1997 negli USA ci sono stati 160 decessi, 569 ricoveri in ospedale, 126 per problemi cardiovascolari; numerosi casi di omicidio e violenza. Gli psicofarmaci e le droghe sono dei sintomatici, non curano alcun disturbo mentale e non migliorano il rendimento scolastico. Dopo 25 anni di sperimentazione e circa mille esperimenti fatti in prestigiose università non c’è alcuna prova scientifica certa dell’esistenza di questa malattia mentale. I criteri diagnostici sono troppo elastici, scientificamente inconsistenti, lasciano un eccessivo grado di discrezionalità all’osservatore e sono fonte di errore diagnostico; non esiste alcun testo idoneo ad individuare questa patologia; perfino l’APA ammette nel suo DSM-IV che: “… non vi sono test di laboratorio confermati come diagnostici” per “il Disturbo del Deficit d’Attenzione/Iperattività”; si è notato che tale disturbo scompare quando gli scolari sono in vacanza e si riduce notevolmente se si presta loro attenzione. Negli USA 10 milioni di bambini prendono psicofarmaci, 6-7 milioni sono scolari (15-20% della popolazione scolare); e aumenta in modo impressionante la prescrizione di psicofarmaci in età prescolare, 2-4 anni (150% Ritalin, 200% Prozac, tra il 1990 e il 1995), negli adolescenti e adulti. Cifre elevate si riscontrano in molti stati industrializzati con un trend diagnostico in rapida crescita ovunque, anche in Europa”.
In sostanza… Arancia Meccanica, La Fuga di Logan, L’invasione degli Ultracorpi. Quanta fantascienza superata dalla “verità effettuale delle cose!”
La notizia, comunque, non è nuova. Ed è spontaneo chiedersi se sia vivibile una società in cui si ha bisogno di farmaci per ‘educare’ i bambini e si eliminano in partenza tutti i soggetti che potenzialmente possono diventare artisti, poeti, scienziati o libertari. Contattato sull’argomento, il dottor Ajamone, dell’OISM, ritiene che “probabilmente vogliono fare una ricerca da pubblicare su qualche rivista, benché l’incidenza statistica dell’ADHD tra i bambini italiani sia già nota per alcune ricerche fatte qualche anno fa. Questa ridondanza di ricerche finisce per creare un clima che porta inevitabilmente verso la medicalizzazione”.
Claudio Dionesalvi
Comunarda, n° 4 novembre 2002

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