
Aumenta il costo dei testi scolastici. Alle prese col caro libri, docenti e dirigenti compiono acrobazie burocratiche per applicare i nuovi tetti di spesa previsti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Una spallata all’oligopolio editoriale dei libri scolastici potrebbe arrivare da una piattaforma realizzata dal Centro R&S Spazi Comuni, in collaborazione col Dipartimento di Scienze della formazione di Roma TRE ed in partenariato con l’Istituto Nazionale Fisica Nucleare. Si chiama Saperi Condivisi ed offrirà alle famiglie la possibilità di scaricare i testi pubblicati con licenza creative commons, nonché di consultare, interagire e condividere i contenuti dei programmi di studio, corredati da materiali, esercitazioni ed approfondimenti. Si potranno scaricare gratis, purché ovviamente le scuole adottino questi volumi non coperti dal diritto d’autore. Responsabile del progetto è Francesco Maria Pezzulli, sociologo e ricercatore indipendente. Ha insegnato presso l’Università La Sapienza di Roma e svolge attività d’inchiesta con il Laboratorio «Transizioni» (Roma TRE). Dirige il Centro R&S Spazi Comuni.
“Ho sempre pensato – spiega Pezzulli – che le tecnologie digitali didattiche potessero essere utilizzate per garantire a tutti un’istruzione adeguata. Lavorando alla progettazione di software per il settore “edu” e per alcune PA, ci siamo convinti che fosse il momento giusto per verificare l’idea ed abbiamo cominciato a costruire un archivio “creative commons” per gli istituti secondari superiori, a partire dalle “indicazioni nazionali» e dalle strutture dei programmi in uso nelle scuole”.
Un passo in avanti significativo c’è stato quando Francisco Morales, fisico e ricercatore dell’INFN, ha fatto propria l’idea progettuale, assumendo il ruolo di responsabile delle materie scientifiche. Cosi, dopo qualche anno dall’ideazione, sapericondivisi.it è divenuto un vero e proprio progetto di democrazia digitale, un serbatoio di materiali redatti da ricercatori, insegnanti ed accademici delle materie di riferimento.
“A settembre – prosegue Francesco Pezzulli – attiveremo online i primi anni di alcune materie (italiano, storia, matematica, fisica, latino, scienze della terra) ed a seguire, entro il 2026, popoleremo 15 materie dei licei ed istituti tecnici. E cosi via. A parte Roma Tre ed INFN, che hanno partecipato sin dall’inizio, abbiamo preferito allargare ad altre istituzioni culturali solo da poche settimane, dopo aver definito compiutamente tutti gli obiettivi di progetto, strategici ed operativi, nonché le modalità e gli strumenti con cui raggiungerli. Nonostante siamo solo al principio, stiamo riscontrando particolare interesse sul versante istituzionale e questo ci fa molto piacere. Ogni singolo contenuto scolastico che verrà pubblicato su Saperi Condivisi avrà la supervisione da parte di una istituzione di riferimento della materia e sarà curato da uno specialista che lo rilascerà con licenza “creative commons”. Per quanto riguarda i docenti, una decina hanno collaborato nella fase preparatoria, mentre adesso ci stiamo organizzando in modo più strutturato, nel senso che stiamo definendo le procedure affinché possano essere valorizzati, anche dal punto di vista economico, tutti i contributi dei docenti che vorranno partecipare al progetto. Attualmente abbiamo una cinquantina di manifestazioni d’interesse”.
Ogni volta che si attiverà il programma annuale di una materia, sarà possibile scaricarne il libro ed anche determinati materiali di studio ed approfondimento. Dal browser, con un paio di click. A parte il download, chiunque vorrà registrarsi (con poche informazioni che non verranno mai usate a fini commerciali) disporrà delle materie ed anche di una dashboard dalla quale è possibile conservare, organizzare, monitorare e gestire i propri contenuti, materiali ed esercitazioni.
“Siamo partiti – conclude Pezzulli – dalle scuole superiori; ci auguriamo di approdare anche alle medie, magari nel 2027, ma ancora non ci sono programmi operativi, soltanto ipotesi”.
Non presenta costi, sapericondivisi.it è un progetto di democrazia digitale gratuito. Le spese di gestione della piattaforma verranno compensate dall’impresa sociale che gestirà il progetto, grazie anche a donazioni e contributi volontari. Ad una versione semplificata per alunni ed alunne con disabilità sta collaborando la Cooperativa Sociale H-AnnoZero di Roma, che si occupa di inclusione da oltre quarant’anni. I docenti delle varie scuolenon avranno la possibilità di modificare i contenuti in modo autonomo, ma potranno fare molto di più: consultare i materiali di tutti i programmi, proporre relazioni, laboratori, attivare una classe virtuale entro cui usare dispense proprie.
Il nuovo strumento mira a costruire anche una possibilità concreta di aggirare il caro prezzi. Sono in tanti i presidi che definiscono “rompicapo” la nuova normativa che stabilisce i tetti. Con il decreto 58 del 19 marzo 2025 e la collegata nota 14536 dell’8 aprile, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha aggiornato i livelli massimi dei prezzi, adeguandoli al tasso di inflazione programmata all’1,8% nel 2025. I tetti di spesa per la scuola secondaria di primo grado sono fissati a 299 euro per la prima media, 119 per la seconda e 134 nella terza. Il MIM dispone che siano “ridotti del 10% se i testi adottati sono stati realizzati nella versione cartacea e digitale accompagnata da contenuti digitali integrativi (…) e del del 30% se solo in digitale. Eventuali incrementi degli importi indicati devono essere contenuti entro il limite massimo del 15%”. Secondo L’Associazione Nazionale dirigenti Pubblici, “il dato va letto in combinazione con la previsione circa il limite massimo di eventuali incrementi degli importi indicati che è innalzato dal 10% al 15%. Di fatto, l’aumento reale dei tetti risulta pari al 6,4%: i margini di manovra delle istituzioni scolastiche continuano, pertanto, a rimanere decisamente esigui”.
In sostanza, il governo delle destre non impone calmieri alle case editrici, delegando alle scuole il difficile compito di fissare ed applicare un tetto al caro libri. Nei licei la spesa reale, a prescindere dalla lista dei testi e senza considerare gli altri materiali didattici indispensabili, nei primi due anni supera abbondantemente le 500 euro. E il mondo dell’istruzione si autorganizza come può. Poche sono le scuole che ricorrono all’autoproduzione dei testi. In quelle virtuose, che aderiscono alla modalità “senza zaino”, la versione digitale prevale, i materiali didattici sono condivisi ed adoperati perlopiù in ambiente scolastico, non a casa. Nei contesti sociali più difficili, moltissimi insegnanti richiedono ai rappresentanti delle case editrici di fornire copie omaggio per i ragazzi provenienti da famiglie indigenti. In generale, i Consigli di classe e Collegi Docenti, impegnati nell’adozione dei testi, operano come stazioni appaltanti. Pur di mantenersi al di sotto dei limiti di spesa, molte scuole inseriscono i libri di Italiano e Matematica nella voce “facoltativi”, però questi diventano di fatto obbligatori a settembre, quando si segnala alle famiglie l’effettiva necessità di acquistarli. “Libera” scuola in libero mercato.
Claudio Dionesalvi
Leave a Reply