Se l’orrore diventa tenerezza

Si può raccontare l’orrore teneramente? A giudicare dalla passione con cui i ragazzi leggono il suo “55998”, pare proprio che Francesco Kostner ci sia riuscito. Salutato due anni fa da recensioni entusiastiche, il volume uscito per i tipi della Klipper e firmato dallo pseudonimo Alberto Aldo Rentsoc, è completo di un apparato didattico curato da Mimma Adriani. La notizia di queste settimane è che il libro sta viaggiando con successo nelle scuole. Numerosi istituti lo sperimentano nel celebrare la giornata della memoria, promovendo proiezioni di filmati tematici ed incontri con l’autore.
È una maniera locale di descrivere un dramma di portata globale: i campi di sterminio. Si parte dalla storia vera di un uomo umile, il carabiniere calabrese di San Pietro in Amantea Umberto De Luca, deportato a Dortmund all’indomani dell’8 settembre ‘43, perché insieme a migliaia di suoi commilitoni ritenuto dai tedeschi traditore, in quanto “italiano”. È una vicenda di grande pregnanza storiografica, in un presente tormentato dalla spasmodica ricerca di “pagine dimenticate”, che restituiscano un equilibrio quasi calcistico agli orrori di quegli anni. Umberto non era ebreo, né zingaro, omosessuale o antinazista. Eppure, finì lo stesso in un campo di concentramento. Ecco perché lascia sgomenti la narrazione di questa “pagina dimenticata”. Chi ricorda più i soldati italiani mandati al macello dal regime fascista e abbandonati al loro destino dalla monarchia sabauda?
Così come accadde in diversi teatri del secondo conflitto mondiale, quegli uomini pagarono con la vita un debito contratto da altri. Fecero da bersaglio alla smania di vendetta di Hitler. E quasi nessuno li ringraziò, anche perché in pochi ritornarono da quel gorgo nero. Umberto De Luca riuscì a sopravvivere. Il suo racconto si sviluppa in chiave dialogica. L’anziano carabiniere descrive alla nipotina Ilaria le giornate terrificanti trascorse nel lager. Nonno e bambina alternano momenti di commozione a frammenti di lucida ricostruzione storica. Inaspettatamente, i brani più intensi sono riservati allo sforzo di trattare temi come l’amore, la morte, il divino. Eloquenti gli sguardi curiosi di lettori adolescenti che scrutano le pagine scritte da Kostner. Ma allora… è accaduto davvero!
Claudio Dionesalvi
Il Quotidiano, 11 febbraio 2005

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