Il governo ha annunciato che oggi sarà parte civile a Crotone nel processo agli scafisti della strage di Cutro. «La decisione è stata presa in considerazione della estrema gravità dei fatti, che hanno visto la morte di almeno 94 migranti e un elevato numero di dispersi», si legge in una nota della presidenza del Consiglio dei Ministri. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha incaricato l’avvocatura dello Stato di formalizzare l’istanza nell’udienza odierna del processo che si sta celebrando a carico di un cinquantenne turco e due giovani pakistani accusati di naufragio colposo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di altro reato. Oggi comparirà davanti ai giudici del tribunale di Crotone anche un quarto imputato, un 28enne turco che ha scelto il rito abbreviato.
IL 26 FEBBRAIO SCORSO, a poche decine di metri dalla spiaggia della costa jonica calabrese, morirono annegate decine di persone, tra cui 35 bambini. Nei mesi successivi, dal mare emersero i corpi straziati di numerosi dispersi. Secondo la procura, i presunti scafisti sarebbero responsabili del naufragio, perché nel tentativo di sfuggire ai controlli della Guardia costiera avrebbero effettuato una brusca virata che ha portato il caicco «Summer love», sul quale viaggiavano insieme ai migranti, a infrangersi contro una secca. In mezzo alla tempesta, nei drammatici minuti precedenti la strage, temendo di essere identificati, i quattro imputati avrebbero anche usato la violenza per impedire ai migranti di chiamare i soccorsi.
Nell’udienza di oggi il tribunale dovrà esprimersi pure in merito alla richiesta di estromissione da questo procedimento, avanzata dalla Consap, la concessionaria dei servizi assicurativi per conto del ministero delle Finanze, che amministra il Fondo di garanzia per le vittime della strada. Lo studio legale della senatrice leghista Giulia Bongiorno, che rappresenta gli interessi del Fondo, ha respinto la richiesta di risarcire i familiari delle vittime, perché a suo parere l’imbarcazione sulla quale esse viaggiavano non era né da diporto né adibita a trasporto pubblico, pertanto l’incidente non rientrerebbe nel codice delle assicurazioni. Il tribunale aveva accolto l’istanza delle parti civili che chiedevano la citazione della Consap in quanto responsabile per la copertura dei danni provocati dagli incidenti marittimi nelle acque italiane, qualora questi siano causati da imbarcazioni non identificate o non assicurate.
PROCESSO A TAPPE SERRATE, dunque. Nell’evidenziare la pur legittima rapidità con cui il tribunale sta procedendo nei confronti di soggetti sottoposti a custodia cautelare, perché individuati dagli inquirenti come scafisti, nelle associazioni che tutelano i diritti dei migranti sono tante le voci critiche che in queste ore segnalano l’estrema lentezza con cui la procura crotonese sta lavorando alle indagini riguardanti le presunte responsabilità istituzionali nella strage. Sinora infatti non sono stati disposti né rinvii a giudizio né archiviazioni. La speranza, tra i legali dei parenti delle vittime e tra gli operatori umanitari, è che il lavoro svolto dagli inquirenti in questo fascicolo parallelo d’indagine chiarisca una volta per tutte cosa non ha funzionato in quella maledetta notte, nell’organizzazione della catena dei soccorsi. Oltre 70 esposti che ipotizzano, tra gli altri, il reato di omissione di soccorso, attendono una risposta definitiva dalle aule di giustizia.
Claudio Dionesalvi

il manifesto, 29 novembre 2023