Incidenti cooperative VS celere a Cosenza

Manganellate su padri e madri di famiglia, pesanti cariche sui dipendenti delle cooperative comunali che da settimane protestano per il rinnovo del contratto. È cambiata la guida dell’ordine pubblico a Cosenza. La gestione della piazza adesso è affidata a responsabili nuovi, perlopiù provenienti da Reggio Calabria. E gli effetti si vedono. Lunedì mattina all’arrivo del sindaco Mario Occhiuto che cercava di entrare nel suo ufficio, i circa 500 dipendenti delle cooperative che pretendevano di incontrarlo per un nuovo faccia a faccia, sono stati “ricevuti” dalla celere posta a presidio davanti all’ingresso del palazzo municipale. Botte, spintoni e randellate! Dallo scontro non sono usciti malconci solo i lavoratori. La rabbia e l’esasperazione hanno avuto la meglio. I manifestanti, decisi a non abbandonare il piazzale antistante il Comune, si sono trasferiti sulla vicina corso Umberto per bloccare il traffico. Intanto alcuni di loro salivano sul tetto del municipio. E ieri erano ancora lì. Una delegazione è stata ricevuta dal Sindaco che ha ribadito quanto espresso nella nota del giorno prima: “La procedura di gara che abbiamo avviato conterrà da un lato la clausola di salvaguardia per i dipendenti già impiegati nelle Cooperative che potranno così conservare l’attuale posto di lavoro, dall’altro consentirà di regolarizzarne i contratti. Inoltre, il Piano Salva Comuni al quale abbiamo richiesto di aderire, ci consentirà di scongiurare la procedura di dissesto riferito agli anni precedenti il 2010, dissesto già in atto presso la Corte dei Conti regionale che, se dichiarato, ci condurrebbe alla messa in mobilità di gran parte del personale e alla chiusura delle Cooperative sociali”.
Create negli anni novanta dal vecchio sindaco Giacomo Mancini per dare una possibilità di reinserimento sociale ad ex detenuti e famiglie svantaggiate, le cooperative comunali sono formate da 500 persone di cui circa 250 impiegate nelle pulizie in uffici, teatri, interventi da elettricisti, imbianchini, servizi meccanizzati, fogne, falegnameria e manutenzione. Non soltanto la cura del verde urbano, quindi! Purtroppo, sin dal principio, di “cooperativo” hanno avuto ben poco: oneri ed onori sono stati affidati ai presidenti, nella peggiore tradizione locale. Della situazione di perpetua instabilità lavorativa hanno approfittato diversi politici cosentini che da sempre costringono questi lavoratori a prestazioni schiavistiche. Se negli anni novanta Mancini le aveva istituite per prevenire microcriminalità e degrado, evidentemente non la pensa così l’attuale giunta di centrodestra.
I guai per le cooperative sono iniziati nell’ottobre scorso, quando la famigerata procura di Cosenza ha aperto un fascicolo per presunte infiltrazioni criminali: un’inchiesta paradossale, se si pensa che queste strutture sono nate proprio per consentire a soggetti in difficoltà di uscire dalla condizione d’illegalità permanente. Così, spinta dall’ossessione legalitaria, da un giorno all’altro l’attuale  amministrazione comunale ha deciso di procedere con il rinnovo degli incarichi mediante bando pubblico, pretendendo che le cooperative presentino fideiussioni, coperture assicurative salate e, incredibile ma vero, certificato antimafia! Di qui la protesta. Nel gennaio scorso i dipendenti hanno lavorato senza stipendio, perché non sarebbe pervenuta in tempo la comunicazione relativa all’indizione del bando. Il Comune pretende inoltre di conoscere l’elenco degli operatori svantaggiati, in palese violazione della normativa sulla privacy. Prima che esplodesse la vertenza, questi lavoratori percepivano al netto 620 euro al mese. Con il nuovo contratto, se anche vincessero la gara, ad ogni socio spetterebbero meno di 500 euro mensili.
Da quando, venti mesi fa, è iniziato il suo mandato, questo è il primo vero scivolone politico per il sindaco Mario Occhiuto che pure aveva dimostrato sinora disponibilità al dialogo ed apertura nei confronti di certe istanze sociali. Prevale forse in lui la volontà di ricercare soluzioni improntate all’ultralegalità, ed al mito della privatizzazione dei servizi essenziali, che già hanno ispirato la precedente giunta di centro sinistra, responsabile della chiusura di importanti strutture pubbliche come la Città dei Ragazzi.
Claudio Dionesalvi
www.manifestiamo.eu  febbraio 2013

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