La strada: l’unico antidoto al Nulla

Per noi ribelli Roma è sempre stata San Lorenzo e San Lorenzo era Roma. Ogni volta che rimettiamo piede nella capitale, l’istinto ci guida verso quel quartiere, sebbene sappiamo che le cose siano cambiate. Così è stato sabato scorso, prima della manifestazione contro le politiche xenofobe e securitarie del governo giallo-verde. In piazza eravamo da 30mila a 50mila, effettivi. Ma questo non fa cronaca per tante testate cosiddette “giornalistiche”. Se ci fossimo scontrati con la polizia, la notizia avrebbe aperto i telegiornali. Poco male! L’obiettivo non era ottenere visibilità o affrontare il nemico in campo aperto, bensì ritrovarsi, provare a capire insieme come e dove tornare a seminare conflitto. È un obiettivo per tanti, in questa fase, e non solo per quelli e quelle che eravamo a Roma.

A San Lorenzo, nell’ultimo tratto di via dei Volsci, sabato scorso abbiamo trascorso qualche oretta. La tragedia di Desirée, accaduta solo pochi giorni fa in questo angolo di Roma, turba il sonno e le coscienze. Possibile che un orrore simile sia potuto avvenire proprio lì, dove intere generazioni di comunisti, femministe, anarchici e sovversive hanno coltivato l’utopia fino a vederne realizzati frammenti, scenari, spezzoni? In realtà una simile mostruosità potrebbe verificarsi ovunque, oggi, in Italia. Anche dietro casa nostra. Anzitutto perché la brutalità maschile non ha latitudini, è pervasiva, occupa la totalità del pianeta. E poi perché interi territori urbani sono consegnati al Nulla. Il Nulla è la solitudine, il neoliberismo, l’abbandono; il Nulla sono le non-droghe che stanno dilagando. È corretto chiamarle “non-droghe” perché la cocaina e le altre miscele di merda chimica non meritano neanche di essere definite “droghe”. Le droghe, quelle vere, almeno servivano a sballarsi, ad alterare il proprio stato di coscienza. Queste che circolano adesso, servono solo a consumarsi lentamente, ad autodistruggersi senza nemmeno trovare un pizzico di piacere o di sollievo.

Il problema è che il Nulla invade il terreno che lasciamo vuoto. Siamo noi che indietreggiamo. Ed esso avanza. Un amico psicanalista l’altro giorno confidava che da quando milioni di persone affidano i propri stati mentali ed emotivi ai social network, si stanno riducendo le richieste di colloqui con loro, con gli “strizzacervelli”. Affidiamo sempre più i nostri sentimenti, le nostre ansie, i lutti e persino le gioie ai social. Ci illudiamo di condividerli con i nostri amici. In realtà li consegniamo al Nulla. E ci sembra che ciò dia sollievo. Di fatto, alimenta insoddisfazione. Funziona proprio come le odierne anfetamine: due minuti di eccitazione, poi la testa imbalsamata per un paio d’ore. E il giorno dopo: tanta frustrazione, nevrosi, depressione.

Troppo facile prendersela con qualcuno se San Lorenzo non è più quella del ‘900. Non è colpa di un collettivo, non si può gettare la responsabilità sulle spalle di un’unica generazione. È un fenomeno che viene da lontano, nel tempo e nello spazio. Risolverlo, affrontare i pusher e buttarli fuori, non sarebbe solo una questione militare. Il giorno dopo bisognerebbe avere anche la forza politica e sociale di presidiare i luoghi infestati, riempire il tempo di senso. Percorrendo l’ultimo tratto di via dei Volsci, in effetti, il cuore rallenta il proprio battito fino quasi a fermarsi. Chiusa la saracinesca della libreria di Valerio Marchi, sbarrate tutte le altre serrande, il “32” non è più “nostro”. Eppure basta entrare nei vicoli, allungare la passeggiata per rendersi conto che non tutto è perso. La birreria di Mariano ospita un’iniziativa sull’Honduras: tanta bella umanità, contenuti, si mangia e si ascolta buona musica. Altri attivisti ci raccontano i successi dell’Atletico San Lorenzo. Da dietro le imposte s’intravedono le luci accese di Radio Onda Rossa. Dal fondo della strada giungono echi di altri spazi vitali. E il murales col viso di Carlo Giuliani sembra volerci ricordare che sul terreno ne abbiamo lasciati tanti e tante in questi ultimi 170 anni. Per loro abbiamo il dovere di sottrarre terreno al Nulla.

Claudio Dionesalvi

 

 le foto seguenti sono di Giacomo De Luca e si riferiscono alla manifestazione del 10 novembre 2018

 

 

 

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