Consip, oggi a Roma in piazza le vere vittime

Non è solo una questione politico-giudiziaria. Per capire gli effetti reali di vicende come quella degli appalti Consip, bisogna ascoltare la voce degli ex lavoratori socialmente utili. Sono partiti stamattina all’alba. Hanno riempito numerosi pullman in Calabria e Sicilia. Diversi presidi sono previsti in altre città. I calabresi interessati alla vertenza sono circa 1200. In tutta Italia intorno ai 13mila. Oggi scendono in piazza a Roma, scioperano per la loro dignità, con una manifestazione nella capitale, a partire dalle 14, davanti al MIUR. Gli ex LSU, stabilizzati solo sulla carta, rimangono subordinati ai capricci di una contrattazione isterica. Di loro non c’è traccia nel testo della renziana “buona” scuola, ma sono stati utilizzati nei progetti delle cosiddette “belle scuole”, appalti creati ad hoc per garantire le sette ore giornaliere lavorative. Incredibile ma vero: con gli appalti Consip ci sono lavoratori impegnati anche per meno di un’ora al giorno. Sono  loro, dunque, le vere vittime sacrificali da immolare sull’altare di una competizione fasulla.
“La situazione – spiega Mimmo Motta, rappresentante Usb per la Calabria ex Lsu, Ata e Co.co.co.- è da venti anni precaria. Siamo mantenuti in questa condizione volutamente da uno Stato complice del sistema degli appalti che vive sulle nostre spalle. Si preferisce uno spreco di denaro pubblico che denunciamo da anni. Questi signori ci aumentano il carico di lavoro e diminuiscono i redditi. I sindacati confederali si sono sempre schierati a favore della esternalizzazione. Non riusciamo a capire – prosegue Motta – i motivi di questa scelta. La Consip, la società per azioni del ministero dell’Economia incaricata dell’acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche, ha dato un taglio drastico al nostro finanziamento. Così le aziende hanno rinnovato le gare con abbattimenti fino al 60 per cento. Ecco perché si sono determinati degli esuberi. Renzi, appena insediato, pensò bene di escogitare un presunto Piano industriale, il cosiddetto ‘scuole belle’, ma è risultato l’ennesimo spreco di denaro. È stato fatto per integrare la differenza mancante nei finanziamenti che Consip elargiva. Questo progetto – conclude Motta – aveva una durata di due anni. È soggetto a scadenze e rinnovi continui”.
Già nel novembre 2015 scesero massicci per le strade nei cortei dell’USB. Insieme ai Co.Co.Co lottano per l’assunzione tra gli ATA e chiedono il riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata dal 1996 al 2001, quando il loro destino passò nelle mani del MIUR che invece di assorbirli dagli enti locali li consegnò come manodopera alle cooperative per lavare i bagni e le aule degli istituti scolastici italiani. All’epoca, il passaggio di competenza sembrò sancire l’inizio di un cammino che avrebbe dovuto portare all’assunzione tra gli statali. Invece fu un ulteriore passo verso il baratro della precarietà perpetua. I governi di centrosinistra e centrodestra hanno altresì ottenuto il proficuo (per loro) risultato di esternalizzare anche questa attività di servizio. Dal biennio 2000-2001 la gestione dei contratti è stata affidata ad aziende esterne che possono così disporre di una notevole forza lavoro, impiegata saltuariamente, tenuta stretta per la gola del ricatto occupazionale, retribuita a costi bassissimi. “Questa operazione – spiegava l’USB in un documento di qualche mese fa – è stata presentata come un piano di ottimizzazione per la scuola, ma dietro i falsi criteri di efficienza e funzionalità si celavano soltanto interessi privati, sfruttamento e ulteriore precarizzazione di questa categoria”. S’è trattato del solito “regalino” ai privati mediante sgravi fiscali e contributivi: a quattro consorzi di ditte e cooperative sono stati elargiti 18 milioni delle vecchie lire per ogni lavoratore assunto. Il sindacato autorganizzato punta il dito contro gli intrecci di interessi tra tali consorzi e Legacoop. Grave l’esborso per lo Stato in appalti: 370 milioni nel 2009. Si calcola che nello stesso anno, con l’assunzione tra gli ATA di ex LSU e Co.Co.Co., lo Stato avrebbe risparmiato oltre 74 milioni di euro. A coronamento di una delle operazioni più sprecone nella storia del lavoro salariato, è stata erogata una robusta dose di cassa integrazione: oltre 62 milioni di euro nel solo 2012 che hanno sottratto 3mila euro di mancata retribuzione a ciascun lavoratore.
Oggi gli ex LSU, stufi di subire il gioco perverso degli appalti, sono in aperto dissenso con la linea di CGIL-CISL-UIL che hanno sposato le infauste scelte dell’italico neoliberismo. Nel 2003, quando nel corso degli incontri con i confederali e lo Snals, il MIUR  paventò la possibilità di riservare agli ex LSU il 30 % dei posti per le nomine a tempo determinato, la triplice oppose un netto rifiuto. Così il MIUR continuò ad affidare i servizi ai consorzi. È vero pure che in tempi recenti i sindacati cui la normativa concede cittadinanza nelle scuole, hanno fatto un parziale dietrofront chiedendo il “superamento della esternalizzazione dei servizi ausiliari, tecnici e amministrativi nella scuola”. Ma ormai è tardi. Gli appalti Consip sono diventati materiale per le cronache giudiziarie.
Claudio Dionesalvi
1 Comment
  • Mimmo Motta
    marzo 10, 2017

    Per dovere di cronaca mi permetto di correggere il dato riguardante i pullman, che sono giunti da Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Abruzzo in concomitanza con Lazio e regioni del centro, che hanno raggiunto Roma con mezzi propri.

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