Lupi in branco, con le Bandiere al nostro fianco

Orgogliosi camminiamo impugnando le nostre bandiere. Sventolavano già in cima ai gonfaloni molto prima che il fato ce le strappasse dalle mani. Scattanti e leggere correvano sul prato del San Vito, onoravano la maglia dei nostri sogni. Le raccogliemmo da terra per innalzarle ancor più in alto, dopo che improvvisa si troncò l’esistenza loro. Mesti e piangenti dagli angoli remoti della sconfinata provincia branchi di lupi accorsero a celebrar le gesta e onorarne la memoria.
Fuori dal campo, uomini umili e schietti, gioiosi, come noialtri invaghiti della libertà, desiderosi di gustarne la linfa in ogni istante che questa vita ci offre. Sul terreno di gioco, professionisti leali e seri, pronti al sacrificio e alla rinuncia, disposti a consumare fino all’ultimo alito d’energia per mantenere alto il vessillo di una città in cui non nacquero ma della quale perdutamente s’innamorarono. Non giganti di statura, bensì d’intelletto, agilità, estro e concretezza. Degni del lupo che portarono impresso sul cuore, fecero di coraggio, fedeltà e astuzia le loro armi migliori.
Nel segno di queste bandiere vogliamo continuare a vivere. Nei nostri cuori, nei cori che da sempre intoniamo, sempre riecheggeranno i loro nomi. Al seguito dei lupi, mai mancheremo di renderli vivi. Perché tali sono. Ci piace immaginarli mentre continuano a calciare il pallone anche lassù, nei campi elisi, mentre i nostri fratelli e sorelle ultrà prematuramente scomparsi, godono delle loro giocate. Consapevoli che se esiste un’altra dimensione al di sopra di questa, un giorno il nostro stadio e noi tutti che in esso siamo cresciuti, ci ricompatteremo lassù. Insieme alle nostre bandiere: Denis Bergamini, Massimiliano Catena, Gigi Marulla. E con loro Andrea Arcuri, l’ultimo strappato alla vita, ma il primo in cima ai nostri commossi pensieri.
Come on wolves. Jamu Lupi. Verso l’infinito.
Claudio Dionesalvi
Agosto 2017. Per la cerimonia di presentazione della squadra.
Grazie a Ilenia Caputo e al Cosenza Calcio

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