Calabria, Lucano fuori dal consiglio. Cosenza al ballottaggio

Quasi 10mila calabresi hanno scritto il suo nome sulla scheda. È uno dei candidati consiglieri più votati in regione ma la lista delude: 18mila preferenze, ne servivano altre 12mila per il quorum. L’autunno caldo di Mimmo Lucano riserva una nuova amarezza. Un’altra Calabria è im-possibile. La lista va al di sotto delle previsioni della vigilia. Mentre la destra stravince con il 54,4% – e si riconferma con Roberto Occhiuto – malgrado negli ultimi venti mesi abbia fatto poco o nulla a partire dalla lotta alla pandemia e con una sanità allo stremo, a sinistra si preferiscono le beghe identitarie. E un’icona della sinistra come Lucano ne paga lo scotto.
La sconfitta di Luigi de Magistris, che con la sua coalizione civica si ferma al 16,2%, travolge anche le altre formazioni. Sul risultato dei lucaniani pesa anche la condanna di Locri che non ha avuto l’effetto trascinamento sperato. La conseguente ineleggibilità di Lucano ha fatto il resto, unita alle voci di un suo presunto ritiro dalla competizione tanto infondate quanto velocemente rimbalzate sui social alla vigilia del voto. La lista supera la soglia solo a Crotone (5,1%) e Cosenza (4,9%) tra i capoluoghi e nel complesso si ferma al 2,5%. A Riace è prima con il 22,9% ma Occhiuto vince anche nel borgo jonico quasi con il 60%. L’unica formazione di de Magistris a passare lo sbarramento è quella personale dell’ex sindaco di Napoli con 2 consiglieri eletti tra cui Ferdinando Laghi, medico ambientalista di Castrovillari. Andranno a fare compagnia sui banchi dell’opposizione a un Pd tramortito. Il 13% dei dem è il peggior risultato della storia. E Amalia Bruni scende 3 punti sotto lo score di Pippo Callipo con il 27,6%. I 5S eleggono 2 consiglieri e fanno il loro ingresso in Cittadella regionale per la prima volta.
Ma è Forza Italia con i suoi satelliti a farla da padrone. Tolti leghisti e FdI deludenti con 4 consiglieri a testa e un risultato a una sola cifra, le liste berlusconiane si accaparrano 12 seggi. E alle comunali di Cosenza al primo turno sono in testa con l’ex vice sindaco di Mario Occhiuto (fratello del neo presidente incandidabile dopo il secondo mandato). Francesco Caruso conquista il 38,4% alla guida di una coalizione di 8 liste. Rimane appesa al ballottaggio la speranza di rivedere Cosenza socialista. Ad ostacolare gli «Occhiutos» nello spareggio sarà un altro Caruso, Francesco detto Franz, sostenuto da Pd e Psi, che ha racimolato il 23,8%. Decisiva sarà l’eventuale alleanza con Francesco De Cicco (12,4%).
Impegnato in campagna elettorale nella duplice e paradossale veste di assessore e fustigatore della giunta uscente, De Cicco ha dichiarato che mai riverserà i suoi voti a vantaggio di un uomo di Occhiuto. Si vedrà. Più naturale sarà la convergenza del Caruso di centrosinistra con l’unica candidata sindaca, Biancamaria Rende, sostenuta anche dai 5S. Prevedibile, ma non scontata, l’intesa con Valerio Formisani, medico stimatissimo, militante del manifesto degli anni ‘70, animatore dell’ambulatorio popolare Senza Confini «Adolfo Grandinetti» (4,8%).
Sebbene Cosenza sia trascinata a destra dal vento occhiutiano, in vista del ballottaggio confortanti appaiono gli esiti del voto regionale in città. Qui Roberto Occhiuto ha ottenuto il 43,79%, mentre la somma dei voti di Bruni e de Magistris sfiora il 55%. Unica città calabrese in questi anni non lambita dalle roboanti inchieste giudiziarie che nel resto della regione hanno svelato intrecci tra politica e mafia, Cosenza fatica a ricostruirsi progressista, invischiata in scenari da «grande bellezza». Ma tutto può succedere.
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti

il manifesto, 6 ottobre 2021

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