Salvini corre a Crotone per salvare il leghista Furgiuele

È uno dei pochi collegi uninominali in bilico al sud. L’unico davvero contendibile in Calabria. Per la particolare conformazione socio-politica del territorio. E poi perché la destra, favorita sulla carta, si è ficcata in un vicolo cieco. Con la ridefinzione dei collegi la provincia di Crotone è stata accorpata alla fascia jonica cosentina per l’uninominale della Camera. A queste latitudini la destra non governa da nessuna parte. Soprattutto, ha sbagliato candidato.
La Lega è in caduta libera anche da queste parti. Ha chiesto e ottenuto di candidare un suo deputato uscente. Soltanto che l’hanno spedito come un pacco in una zona ostica che lui proprio non conosce. Mimmo Furgiuele si autodefinisce «figlio di Calabria» sui mega-manifesti che ha fatto affiggere in riva allo Jonio. Viene da Lamezia Terme, ed era talmente convinto di correre nel suo territorio natio che il 10 agosto aveva accettato l’invito della curia locale. Si era infilato il saio della confraternita e aveva partecipato alla processione per la Madonna del miracolo di Acquafredda, vicino Sambiase. Pensava di meritarsi il collegio di Catanzaro-Lamezia, e invece l’hanno dirottato a Crotone e deve sperare nel miracolo. È un personaggio controverso, Furgiuele. Per questo poco apprezzato in Calabria. Su di lui pende richiesta di processo per turbativa d’asta nell’inchiesta Waterfront, coordinata dalla procura di Reggio Calabria.
Matteo Salvini sa che il seggio traballa. Reduce da Pontida, l’altro giorno è corso a Crotone. L’ultima volta era dovuto scappare per le contestazioni. Stavolta si è fatto accompagnare da un manipolo di militanti reggini ma piazza della Resistenza si è riempita solo a metà. Con faccia contrita e la camicia sudata il leader leghista ha cercato di spiegare ai meridionali le «virtù» dell’autonomia differenziata. «Serve soprattutto al sud – ha detto – Pensate al patrimonio culturale di cui è ricca la Calabria. Pensate che bello se potesse essere la vostra gente a gestirla: quanto lavoro e quanta bellezza». Ha poi concluso con il suo evergreen: «Basta con l’immigrazione clandestina». Non una parola sui marinai indiani morti bruciati 20 giorni fa al porto di Crotone. La procura pitagorica ha iscritto due persone sul registro degli indagati, tra cui l’armatore della nave. Ed è confermata la notizia dell’interessamento dei servizi segreti. I container vuoti che si trovavano a poppa risultano sospetti.
Lo sfidante più insidioso per Furgiuele è Gianni Papasso, sindaco socialista della popolosa Cassano allo Jonio e candidato del centrosinistra. «Il deputato leghista non viene qui per servire il territorio, ma per servirsene – osserva Papasso – Mi definisco ‘sindaco operaio’, bado agli ultimi, cerco di garantire servizi alla mia comunità e farla crescere». La Sibaritide è dai tempi antichi terra di migrazioni in entrata e uscita, alcune delle quali tragiche. C’è quella invisibile, dei braccianti stagionali, vittime del caporalato e ridotti in semischiavitù. E c’è la fuga dei sibariti verso gli ospedali del centronord, per effetto della più ampia emergenza sanitaria regionale, acutizzatasi in tempi recenti. È Cariati a fare da cerniera, anche ideale, tra la piana e il Crotonese.
Pare che le lotte sociali degli ultimi anni siano in procinto di ottenere risultati significativi. La riorganizzazione regionale prevede l’imminente riapertura dell’ospedale, per la quale si è battuta a lungo l’intera popolazione. Lo conferma Mimmo Formaro, del collettivo Le Lampare. «Con l’occupazione iniziata il 19 novembre 2020 continua una lunga campagna che sta avendo già i primi risultati e che ci vedrà vincitori solo con il reinserimento del ‘Vittorio Cosentino’ nella rete ospedaliera in un territorio altamente disagiato. Ma non è il momento di fermarsi». Il 25 settembre andranno a votare e voteranno le liste di sinistra. Completano il quadro degli aspiranti deputati nel collegio ionico la parlamentare uscente dei 5 Stelle Vittoria Baldino, lo storico Domenico Mazza con Calenda e l’insegnante Maria Stamato per Unione popolare. Quanto e come traballerà alla fine il collegio in bilico lo scopriremo all’alba del 26 settembre.
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti
il manifesto, 21 settembre 2022

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