A Matteo Dean

È da te che ho imparato a chiamare “fratelli” i compagni, e “sorelle” le compagne. Forse per quel tuo modo di dirlo, fratello. Per me rappresentavi Trieste e molto più. Biondo, sorridente, poroso. Indignazione e amore, avevi in cuore l’energia del vento. Ragionavamo insieme d’utopia. Neanche il tempo di girarmi a guardarti, tu eri già ...