“Bergamini il calciatore suicidato”, una carrellata sulla storia rossoblù

Un buco nero nella recente storia della città. A puntare il cannocchiale letterario su una delle pagine più oscure degli ultimi decenni, è Carlo Petrini, ex calciatore, scrittore autodidatta, non nuovo a simili imprese. Cinquantatreenne, senese, inseguiva un pallone sui campi di serie A nei lontani anni settanta. Ha indossato prestigiose casacche. Nel suo curriculum sportivo figurano prestazioni al servizio di Bologna, Milan, Roma, Torino e Verona. Poi, nel 1980, Petrini è stato risucchiato nel vortice del calcio scommesse, che all’epoca fece tremare numerosi santuari della pedata. Dopo essersi appartato nell’ombra per circa un decennio, è saltato fuori improvvisamente, riprendendo il filo del discorso dal punto più delicato: la faccia nascosta del pianeta Calcio. Le sue memorie, quelle di un protagonista, hanno portato alla stesura del libro “Nel fango del Dio pallone”, concepito con spietata lucidità. È un’opera che affronta, senza ipocrisie, temi scottanti come il doping e le gare truccate. Ma Petrini non ha chiuso subito il conto con la verità. E ha deciso di scavare ancora. L’ultima sua tentazione lo ha portato a Cosenza, dove si è trasformato in una specie di 007, per cercare di ricostruire la tragica vicenda dello sfortunato Bergamini. Un dramma riletto in chiave thriller. Il racconto procede a zig zag tra la cronaca nera e la sportiva. E “si sa – ammonisce l’autore nella premessa – che il calcio è un mondo dove la verità è proibita, l’omertà è un obbligo, e l’ipocrisia è una necessità”.
Nessuno si sarebbe aspettato, a 12 anni da quella sera di novembre in cui Donato perse la vita, che a recuperare la memoria perduta potesse essere una penna estranea alle latitudini calabresi. Invece, la sfida l’ha lanciata Petrini, andando a spulciare gli atti giudiziari dell’inchiesta sul misterioso decesso, ed intervistando diversi cosentini di nascita e d’adozione. Ne è scaturita una piccola galleria degli orrori, in cui è possibile ritrovare tanti volti archiviati, ma anche visitare il passato di alcuni protagonisti della scena pubblica odierna. Tutti illuminati da una luce sinistra.  In circa 150 pagine montate in sequenza cinematografica, sono tirati in ballo, tra gli altri, Gianni Di Marzio, Michele Padovano, Ciccio Marino e soprattutto la ragazza che di Bergamini fu la fidanzata: Isabella.
Le voci degli intervistati si alternano alla ricostruzione di episodi inquietanti. Petrini chiama in causa anche pezzi da novanta della “mala” locale, snocciolando un dettagliato elenco delle partite più chiacchierate del Cosenza. Roba da far venire i brividi! Non manca il “terzo uomo”, un personaggio misterioso che sarebbe apparso la sera della tragedia e che avvolge l’intreccio in un’atmosfera da giallo. Sono tanti i volti che scompaiono in questa oscura vicenda. Appare anomalo il trasferimento di due funzionari di polizia, che pare si fossero avvicinati troppo alla soluzione del caso. La ricostruzione dei fatti si basa su un’ipotesi raggelante: Bergamini sarebbe stato “ammazzato come un cane”, per un movente da stabilire. Una tesi molto diffusa in quei giorni oscuri, soprattutto nell’immaginazione popolare. Niente di nuovo, penseranno in tanti. Eppure, certamente una salutare carrellata su un tempo così lontano e così vicino.
Claudio Dionesalvi
Il Quotidiano, 2 ottobre 2001

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