Quando la strada si accorcia

Essere pendolare in Calabria è un’avventura. Ogni giorno si vedono tutti i colori: gialla è l’acetosella, brizzolate le cime, blu il mare imbestialito, rosa i peschi in fiore, verdi i campi incolti, infiammati i boschi che mutano il fogliame.
E lungo la strada asfaltata se ne vedono pure… di tutti i colori. Da 23 anni sono pendolare: 70 + 70 Km al dì. Dopo tanto viaggiare, la strada m’appare sempre più lunga.
Ragione e sentimenti sono parte di un’unica materia che chiamiamo cervello. Eppure tendiamo a separarli per astrazione. Da un paio d’anni la ragione schiaccia i sentimenti e m’impone di chiedere il trasferimento da Lauropoli a una scuola della mia città. Lo chiedo controvoglia, più che altro per tranquillizzare i miei affetti che si preoccupano per il viaggio che insidia la mia incolumità. E poi c’è quel dannato prezzo del GPL, che non smette di salire.
Si può anche perdere vincendo: ogni anno, quando il Ministero mi comunica che la mia richiesta è stata respinta, offro da bere ai colleghi e alle colleghe. I sentimenti alla fine prevalgono sulla “ragione”. Gioisco perché rimango un altro anno a Lauropoli.
Quando Don Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio, pronuncia frasi come questa (minuto 1:26:20), mi tremano le gambe. E mi rendo conto che c’è un pendolarismo del corpo, ma ce ne può essere anche uno della spiritualità che persino in un materialista come me, va e viene.
Non riesco a resistere alla tentazione del digital-narcisismo, così ripubblico il filmato sui social e sul mio blog. E la strada che percorro ogni mattina s’accorcia.
Grazie di cuore, Don France’.
Claudio Dionesalvi

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