Valerio Marchi e il decennio che cambiò le curve

Quanto può cambiare in soli 10 anni il mondo ultrà? Tanto, tantissimo, se questi 10 anni sono quelli che vanno dal 2004 ai giorni nostri. Valerio Marchi, sociologo di strada, ha dedicato gran parte della sua vita a studiare quella che lui stessa definiva la teppa, ponendosene, con orgoglio, al centro del punto di osservazione. Una delle pietre miliari della sua letteratura è quel “Il derby del bambino morto” che partendo dal famoso derby Roma-Lazio del 21 marzo 2004 ripercorre l’escalation repressiva che le forze di pubblica sicurezza hanno attuato nei confronti di quelli definiti dalla massa benpensante come meri delinquenti e dunque meritevoli di qualunque tipo di mezzo per poter essere estirpati, anche fisicamente: gli ultrà.
Sabato 20 dicembre scorso è stata presentata a Roma la nuova edizione del libro “Il derby del bambino morto”, edito da Alegre nella collana Quinto Tipo, diretta da Wu Ming 1, in una veste completamente rinnovata con premessa di Wu Ming 5 ed una notevole postfazione di Claudio Dionesalvi che ripercorre quei famosi ultimi 10 anni a cui accennavamo prima. Alla presentazione – a Roma presso ESC in occasione del Festival Livre – erano presenti Claudio Dionesalvi, scrittore ed ultrà, Valerio Mastrandrea, noto attore italiano, Luca Pisapia, giornalista de Il Fatto Quotidiano ed Andrea Greco, dirigente dell’Atletico San Lorenzo.
La discussione è entrata immediatamente nel vivo grazie alla lampante attualità che lo scritto di Valerio Marchi ha, forse ancora di più oggi, con le ultime leggi speciali che paragonano gli ultrà ai componenti delle famiglie mafiose. Cosa sono diventate le curve oggi e cosa diventeranno nel prossimo futuro? È il calcio popolare la panacea di ogni male? Chi da sinistra guardava con superiorità ed a volte ribrezzo le meccaniche del mondo ultrà, avrà oggi compreso che i metodi di accanimento violento sperimentati negli stadi sono stati sistematicamente, da Genova 2001 in poi, utilizzati nelle strade? Ci renderemo conto, tutti, indistintamente, che il folk devil oramai siamo noi stessi? La lettura di questa nuova edizione de “Il derby del bambino morto” probabilmente non ci darà tutte le risposte che cerchiamo, ma potrà sicuramente fornirci la possibilità di capire veramente come divieti e le leggi speciali nel mondo del tifo non fanno altro che seguire una sistematica strategia di repressione che troppi hanno, ingenuamente, fatto finta di non vedere.
Walter Cavalcante
La Provincia di Cosenza, 23 dicembre 2014

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