Dipignano, il vicesindaco Gallo querela un artista per calunnie

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DIPIGNANO – Nella fresca ed ospitale Dipignano si sta consumando uno scontro epico che per il momento non ha fatto registrare vincitori né vinti. Una storia d’altri tempi, modellata sul tema del “Don Camillo e Peppone”. Da una parte il vicesindaco Eugenio Gallo, deciso a tutelare la propria immagine; dall’altra un artista, Luca Scornaienchi, innamorato del paese natio e seriamente intenzionato a denunciare pubblicamente l’apatia degli amministratori. Alla fine, Gallo ha querelato Scornaienchi. Il vicesindaco non ha tollerato un volantino in cui il giovane pittore esponeva alla cittadinanza le proprie ragioni e lanciava precise accuse alla giunta. Negli ultimi anni, Scornaienchi si è fatto promotore di alcune iniziative culturali per riportare a Dipignano il dibattito sulle grandi questioni del nostro tempo. Prima dell’estate, aveva chiesto al vicesindaco il permesso di utilizzare l’ex convento dei cappuccini, per realizzarvi un festival di arte, musica e teatro. La struttura gli è stata concessa, «ma – aggiungeva Scornaienchi – con molte incertezze», nonostante il convento fosse stato regolarmente utilizzato da altri che non avevano incontrato alcun tipo di ostacolo. I problemi sono sorti quando il pittore ha chiesto all’amministrazione comunale «un contributo minimo per le spese di pubblicità dell’iniziativa». Nel volantino Scornaienchi dichiarava che il vicesindaco avrebbe opposto un secco “No” alle sue richieste, motivando il rifiuto di patrocinare il festival con la più classica delle argomentazioni: «I pochi soldi che ci sono, li dobbiamo spendere per l’estate». Immediata la replica del giovane operatore culturale: «Proprio in questi giorni scopro che l’amministrazione ha acquistato duecento copie del libro “un restauro intelligente” curato dall’architetto Antonio Gallo (fratello del vicesindaco)».
Il volantino proseguiva con una catena di attacchi, diretti al ruolo politico e alle scelte operate dal vicesindaco che a quel punto ha perso la pazienza e ha denunciato Scornaienchi per diffamazione. Inutili i tentativi di pervenire ad una soluzione pacifica. Pare che Gallo sia disposto a ritirare la denuncia, ma prima il suo antagonista dovrebbe compiere un gesto pubblico di sottomissione, per dimostrare che si è pentito di aver divulgato quel volantino. «Per esempio – avrebbe proposto Gallo – il pittore potrebbe offrire al comune di Dipignano, per un po’ di tempo, una prestazione lavorativa gratuita». La proposta appare piuttosto provocatoria. Una simile offerta non troverà il consenso dell’artista querelato, che non accetterebbe mai di essere inserito nel settore dei lavori socialmente “in-utili”.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 22 ottobre 1998

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