“Custode, pagaci la tangente!”

«Facci entrare nella gestione del parcheggio, altrimenti ti picchiamo e ti bruciamo la baracca». Con la vecchia ed efficace arma delle minacce, avrebbero provato ad intimidirlo, sfruttando il clima di omertà che regna su Cosenza e la debole personalità della loro vittima.
Ma Francesco O., 30 anni, ha veramente poco da perdere. Quando era ragazzino, prima che nella stazione vecchia si andassero a rintanare gli immigrati, in quelle baracche viveva lui. Poi la sorte gli ha fatto incontrare le persone di cuore, che lo hanno aiutato a trovare un lavoro e farsi una famiglia. E pur avendo alle spalle un passato di povertà, Francesco ha imparato ad alzare la testa. Stanco di subire dispetti e ricatti, ha deciso di reagire.
L’unico modo per sfuggire ad un sicuro pestaggio era denunciare l’accaduto alla polizia. Lo ha fatto. Agli agenti della questura di Cosenza ha raccontato di essere stato avvicinato da due persone. In sintesi, gli avrebbero richiesto il pagamento di una tangente per l’attività di vigilante che svolge su un’area comunale in via Pasquale Rossi. La gestione dei parcheggi è uno dei settori in cui delinquenti di piccolo e grosso taglio mettono volentieri le mani. Agli occhi dei taglieggiatori, Francesco è apparso come una preda indifesa. Semplice estorcergli denaro nella fase d’approccio, per poi sostituirlo alla prima occasione. Con le dovute proporzioni, volevano mettere in pratica il metodo che in città viene utilizzato dalla malavita. Prima qualche dispetto ai titolari di esercizi commerciali. Quindi, la disponibilità ad intervenire con piccoli prestiti in caso di difficoltà economica da una parte della vittima. Oppure, garanzia di protezione contro eventuali furti e rapine. Alla fine, il proprietario dell’attività viene estromesso e al suo posto subentrano fiduciari delle organizzazioni criminali. Insomma, un modello ben collaudato. Anche l’area del parcheggio gestita da Francesco O. recentemente ha subito rappresaglie e dispetti.
Una settimana fa, è stata danneggiata la cabina di osservazione. Ignoti hanno rubato materiale senza valore. Chiaro è l’intento di scoraggiare il custode che ogni mattina teme di trovare un cumulo di cenere fumante al posto della cabina in cui trascorre le sue giornate. Sulla base della denuncia presentata in Questura, indagano le autorità competenti. Mentre le organizzazioni criminali della città riprendono in mano il controllo del territorio, si consuma l’ennesima piccola grande storia di sopraffazione.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 5 febbraio 2000

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