«Adesso vi racconto tutta la verità sull’istituto “Papa Giovanni XXIII”»

SERRA D’AIELLO – Tenetevi forte. Sta per vedere la luce un libro bianco che racconta la storia dell’Istituto “Papa Giovanni XXIII” di Serra d’Aiello. Un vero e proprio romanzo realista, segnato dalla penna agile, pungente ed originale di Gianfranco Ianni. Una denuncia urlata ai quattro venti. Come nessuno aveva mai fatto prima. Un pugno nell’occhio alle baronie laiche e religiose del territorio cosentino. Socialista, liberale, craxiano, pannelliano, quarantenne, radicale da sempre minacciato da ignoti che avrebbero voluto costringerlo al silenzio. Ianni esporrà le proprie tesi nella pubblica piazza, come Lutero. E come i seguaci di Campanella lancerà la sua sfida alla cappa feudale avvinghiata alle menti dei calabresi. Lo farà domenica 27 febbraio alle 10, a Serra d’Aiello, nella Piazza del Popolo.  Poi, 24 ore dopo, correrà in Procura, a verificare se esista ancora un giudice in Calabria. Ai magistrati consegnerà il frutto del suo lavoro. E a quel punto il Palazzo potrebbe tremare. I fax dei sindacati si rimetteranno in funzione. Nella segreterie dei feudatari della politica gli apparecchi telefonici vomiteranno promesse. Scenari apocalittici per un paesino cresciuto intorno alle fortune e disgrazie di una Casa di cura. Speranze di riscatto per chi è stanco di subire. Quel libro intitolato “Cronaca di un incendio”, reca con sé un obiettivo di “dignità”, una parola ormai dimenticata.
Primo capitolo. È la cronaca propriamente detta di una protesta attuata dai sindacalisti Geppino Ianni e Salvatore Rubino. Nel corso dell’occupazione degli uffici amministrativi da parte dei due dipendenti licenziati, avveniva l’incendio per il quale sono stati accusati Geppino e Rubino, ma per quei fatti i due hanno inoltrato querela per diffamazione a mezzo stampa contro due testate locali e il presidente della Fondazione.
Secondo capitolo. Sono presenti tutte le ragioni che hanno portato i sindacalisti ad occupare la struttura. Le motivazioni vengono raccolte in paragrafi: un prestito contestato, per il quale sono stati occupati i tetti dell’Istituto, e il presidio sindacale della segreteria. In ordine a questo episodio, l’autore rivela particolari sconcertanti.
Terzo capitolo. È dedicato alla valutazione degli atti giudiziari, sia dal punto di vista civile, che in materia penale.
Quarto capitolo. È la storia istituzionale del comune di Serra d’Aiello, per meglio identificare le funzioni economiche, politiche e sociali della Fondazione. Il senso dell’opera è tutto nel brano tratto dall’intervento di Geppino Ianni in una seduta straordinaria del consiglio comunale, che così riassumeva le ragioni che, insieme a Rubino, lo avevano portato il giorno prima a occupare l’ufficio tecnico del “Papa Giovanni XXIII”: «Dal 1995 a oggi il nuovo CdA dell’Istituto ha prodotto 450 licenziamenti […] e ha distrutto un’azienda agricola costruita con il lavoro di tutti i dipendenti. Il consiglio di amministrazione, inoltre – continuava Ianni – ha deciso il loro licenziamento senza aver richiesto il parere della Cisl, non ottemperando, in seguito, neanche al provvedimento di reintegra adottato dal giudice del lavoro di Paola, con sentenza del 30 novembre 1998, e destinando il personale medesimo a mansioni diverse da quelle in esso prescritte. Un accordo stilato con la Regione Calabria in data 28 febbraio 1998, in cui si prevedeva l’aumento delle rette, non è stato recepito con atto formale dalla stessa Regione. Così si è pervenuti, nel mese di febbraio 1999, alla decisione di occupare per protesta la segreteria dell’Istituto. Geppino Ianni riferisce anche dell’incontro del 12 marzo 1999 con il prefetto di Cosenza, dott. Ingrao, alla presenza del quale aveva accusato il consiglio di amministrazione dell’Istituto di avere adottato decisioni unilaterali senza l’accordo delle organizzazioni sindacali e di aver disatteso anche i pochi accordi già firmati, Dopo le accuse fatte davanti al prefetto – concludeva Ianni – il CdA, in data 16.03.1999, con una serie di contestazioni risibili, aveva deliberato il suo licenziamento e quello di Salvatore Rubino, comunicato loro mezzo posta il 18 marzo 1999. L’occupazione di ieri – faceva notare alla fine Ianni – è un atto estremo, perché non si possono affamare dei padri di famiglia».
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 10 febbraio 2000

libro Ianni

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