Il vicesindaco Giuseppe Gervasi: «Giornata rivoluzionaria, ora obbligati ad andare avanti»

La Comune di Riace. «Un po’ di riservatezza in più nelle indagini sarebbe auspicabile. Non bisogna utilizzare la notorietà di Riace per fare carriera. Il nostro modello merita il massimo rispetto».

Pioggia battente, anfiteatro strapieno, più che di un corteo si tratta di una festa popolare. Migliaia di persone dilagano nel piccolo centro jonico. In tanti affrontano gli ultimi chilometri in salita sotto un diluvio, dopo aver parcheggiato le auto ai confini del paese. Nell’anfiteatro all’aperto si concentrano gli interventi dei rappresentanti delle varie associazioni e dei movimenti che animano la manifestazione. Da pochi giorni Mimmo Lucano è stato sospeso dalla carica di primo cittadino e ne ha preso il posto Giuseppe Gervasi. Dopo aver terminato il suo intervento, si concede al “manifesto”.
Che impressione fa tutta questa gente?
È una giornata straordinaria. È andata oltre ogni aspettativa. È un’idea rivoluzionaria e meravigliosa. Da Riace si parte per una nuova politica, una politica degli ultimi.
L’inchiesta «Xenia» che ha portato agli arresti di Lucano, demolisce il modello e le buone pratiche umanitarie ed ambientali di Riace. Crede che ci sia accanimento giudiziario da parte della magistratura?
Spero di no. È chiaro che c’è un pregiudizio. Sarebbe veramente paradossale ed assurdo. Un po’ di riservatezza in più da parte di chi porta avanti le indagini, sarebbe auspicabile. Non bisogna utilizzare la notorietà di Riace per fare carriera in magistratura o per cercare e trovare, grazie a media compiacenti, cinque minuti di televisione. Non ce lo auguriamo perché da domani resteremo da soli a lavorare ad un modello che merita la giusta attenzione ed il massimo rispetto.
Il procuratore capo di Locri, D’Alessio, sostiene che sarebbero spariti due milioni dai fondi destinati a Riace per l’accoglienza. Cosa risponde? E non è anomalo che un ufficio inquirente faccia uscire notizie riservate e non si limiti a rappresentarle nelle sedi competenti?
A norma di legge, ci dovrebbe essere il segreto sulle indagini. L’assenza di segretezza sorprende. Non è giusto avvilire ciò che è stato disposto solennemente dal Gip. È competente in materia il tribunale del Riesame. Queste doglianze andrebbero formalizzate in quella sede, non in tv. Ci sono ancora tre gradi di giudizio, sarebbe quindi necessaria maggiore cautela, soprattutto da parte della procura. In Italia vigono in Costituzione il principio d’innocenza e la presunzione di non colpevolezza.
Avrà visto il sindaco Lucano in questi giorni. Qual è il suo stato d’animo?
Lo vedo pimpante ed arrabbiato al punto giusto. È motivato ad andare avanti ed a dimostrare la sua estraneità alla vicenda. Vogliamo che torni al più presto al suo posto.
Come prevede finirà quest’inchiesta?
Mi auguro che finisca bene. I presupposti ci sono. Un Gip si è pronunciato. Speriamo che anche gli altri capi d’imputazione vengano meno.
Dal 2019 Mimmo Lucano non sarà più candidabile, in quanto scadrà il terzo mandato. Dopo di lui esisterà ancora il «modello Riace»?
Siamo obbligati ad andare avanti, dopo la meravigliosa manifestazione di oggi, tutte queste persone venute dai quattro angoli del Paese, 10mila partecipanti, intere famiglie, uomini e donne di provenienze diverse. Ho visto mamme che allattavano, i bambini migranti ospiti di Riace che giocavano con i figli dei manifestanti. È uno scenario umano che esprime un’energia inesauribile, a prescindere se ci sia Mimmo Lucano o meno, oppure con Mimmo Lucano su uno scranno di livello un po’ più elevato per poter lanciare messaggi ancora più forti.
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti – Riace
il manifesto, 7 ottobre 2018

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