Terremoto giudiziario: obbligo di dimora per Mario Oliverio

Calabria. Il governatore, accusato di abuso d’ufficio, aggravato dal metodo mafioso, si dichiara innocente e annuncia lo sciopero della fame

Quando nel dicembre di due anni fa il presidente Mario Oliverio, Partito democratico, giunse in visita sul luogo della tragedia, mai avrebbe potuto immaginare che lungo quelle montagne, dove era nato e cresciuto, si sarebbe consumata – probabilmente – anche la sua fine politica.
Enzo Bloise era un operaio, dipendente della Basso Spa di Roccavignale, in Valtellina. Lavorava nella Sila cosentina al nuovo impianto in località Botte San Donato, nell’importante stazione sciistica di Lorica. Sistemava insieme ad un collega (rimasto gravemente ferito) la seggiovia e si muoveva su un carrello di manutenzione.
PROPRIO IL CESTELLO SI STACCÒ dal cavo portante. Il volo fu fatale per Bloise. Quell’appalto di Lorica se lo era aggiudicato il Gruppo Barbieri che, come da copione, era poi ricorso in maniera massiccia ai subappalti. I lavori vennero concessi ad un’azienda svizzera, la Bmf Bartholet, che, a sua volta, li affidò all’impresa Basso. Il Gruppo Barbieri aveva vinto, tempo prima, anche l’appalto per costruire l’aviosuperficie di Scalea, costruita con soldi pubblici e adagiata nel letto del fiume Lao.
«UN SERPENTONE di due chilometri sul quale (senza radar) sarebbero dovuti atterrare piccoli aerei da turismo. Il progetto venne approvato attraverso i Patti territoriali del Tirreno cosentino e venne presentato come utile agli aerei della protezione civile, al trasporto merci, con 75 mila passeggeri previsti e un centinaio di posti di lavoro garantiti. A distanza di anni il fallimento è sotto gli occhi di tutti. L’opera è abbandonata, come le promesse, ormai vane illusioni» (da il manifesto del 3/03/2012).
SONO QUESTI I DUE MAXIAPPALTI che hanno terremotato ieri all’alba la regione Calabria, dal suo vertice fino ai dirigenti regionali. Sono project financing: il guadagno non l’ottieni con lo stanziamento iniziale (13 milioni per Lorica e una decina per Scalea) quanto con la gestione degli impianti.
L’operazione «Lande desolate», condotta dalla Gdf, coordinata dalla Dda di Catanzaro, realizzata anche sulla base delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, ha coinvolto 16 soggetti, destinatari di altrettanti provvedimenti restrittivi, tra cui spicca la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza per Oliverio che si è dichiarato innocente, annunciando lo sciopero della fame per protesta.
Gli altri indagati sono dirigenti regionali, oltre al dominus del Gruppo Barbieri, Giorgio Ottavio, ritenuto legato alla cosca Muto di Cetraro.
A VARIO TITOLO vengono contestati i reati di falso in atto pubblico, corruzione e frode in pubbliche forniture.
Oliverio è accusato di abuso d’ufficio. Il provvedimento comporta l’automatica sospensione dalle funzioni di presidente che vengono assunte dal vice Francesco Russo. «Abbiamo documentato tre stati di avanzamento lavori dove veniva dichiarato che l’opera era al 95% ma per noi non era al 20% – ha spiegato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
«Quando collaudatori e funzionari della Regione certificavano che l’opera era al 95% si alzava l’elicottero della guardia di finanza, che vedeva come al posto dell’elisoccorso c’era una pista di terra battuta mentre si dichiarava che c’erano addirittura le lampadine. Così come per l’opera di Lorica,dicevano che c’era la cabinovia, ma le cabinovie erano ancora in Svizzera».
ANCORA TUTTI DA CHIARIRE, al momento, i contorni di un’altra vicenda legata alla realizzazione di un’opera pubblica, quella dell’appalto per il restyling e il parcheggio sotterraneo di piazza Bilotti a Cosenza.
Quando ancora nessuna procura indagava su quest’opera, i giornalisti e blogger Michele Santagata e Rosamaria Aquino con le loro inchieste denunciarono la presenza di un unico partecipante alla gara d’appalto: una Ati con capofila il Gruppo Barbieri.
Per questa controinchiesta furono oggetto di minacce. Tutto è ricostruito in un libro, Molotov, e in uno spettacolo teatrale, La Bomba, entrambi scritti da Aquino.
Il procuratore Gratteri ha chiarito che i provvedimenti rientrano in «un’indagine che ha un risvolto politico e piazza Bilotti è importante perché affiora che la parte politica di Oliverio (emerge da alcune intercettazioni) ovvero gli onorevoli Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio, avrebbero avuto interesse a far rallentare i lavori di piazza Bilotti per danneggiare la parte politica avversa, quella del sindaco di Cosenza. Dalle intercettazioni scaturisce che anche l’ex sindaco Mario Occhiuto (in quel momento il comune era commissariato) aveva interesse a che il commissario non collaudasse la piazza per poterla poi inaugurare lui stesso».
L’operazione di ieri, dunque, farebbe luce su un diffuso sistema illecito, proteiforme e ben oliato in tutta la Calabria, che «avrebbe compromesso il corretto impiego delle risorse pubbliche non consentendo lo sviluppo del territorio». Lande desolate, appunto.
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti

il manifesto, 18 dicembre 2018

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