Sibariti contro “Palla Palla”: no al terzo lotto della 106

“Palla Palla” rotola sulla temibile strada “106” e rimbalza contro la protesta delle associazioni. Nella conferenza stampa di presentazione del terzo macrolotto della statale jonica, Sibari-Roseto Capo Spulico, il governatore della Calabria, Mario Oliverio, ha trovato ad attenderlo un comitato di (poco) benvenuto formato dagli attivisti della Rete Autonoma Sibaritide Pollino in Autotutela. Cartelli, fischi e slogan contro di lui e l’amministratore delegato di A.N.A.S, Gianni Vittorio Armani, per dire NO al nuovo megaprogetto.
“Non ci serve un mostro di cemento e asfalto – si legge nel documento di R.A.S.P.A. – che distruggerà permanentemente l’ambiente e il paesaggio e che calpesterà ben 500 ettari di terreno già coltivato e produttivo. Non ci serve un’opera che, visto l’iter interminabile che sta seguendo e le perplessità che ha suscitato in quasi tutte le istituzioni di controllo, rischia di rimanere incompleta. Non ci serve lavoro a orologeria e concesso come merce di scambio e di ricatto sociale per potere accettare i danni permanenti conseguenti alla realizzazione della strada. Non ci serve pagare 38 km di strada 1.400.000.000 di euro e dimenticare che basterebbe una cifra molto meno ingente per rinnovare la mobilità di tutta la fascia jonica”.
In Calabria il collegamento ferroviario sul versante jonico è degno del far west, l’autostrada ex A3, ribattezzata A2, rimane una via crucis di deviazioni e riduzioni a carreggiata unica, nonostante la pomposa inaugurazione del dicembre 2016. Dei tre aeroporti esistenti ne funziona a regime solo uno: Crotone e Reggio sono a dir poco sottoutilizzati. E Oliverio ne avrebbe voluto costruire addirittura un quarto, proprio nella Sibaritide. Di opere come la diga dell’Esaro, per le quali sono stati spesi molti soldini pubblici nella progettazione, non si parla più. Altre dighe, in qualche modo realizzate, provocano non pochi disagi a centinaia di migliaia di persone: l’acqua dell’Alaco risulta potabile a singhiozzo. La nuova strada Sila-Sibari è incompiuta da anni. Interminabili anche i lavori per la Cosenza-Sibari. Il cantiere della bretella tra l’A2 e la 106, la SS 534, ha già accumulato 14 mesi di ritardo nel compimento dei lavori. Il resto del territorio calabrese è un museo all’aperto dei pubblici orrori: discariche incontrollate, scheletri in calcestruzzo, incompiute ovunque. L’economia del cemento è bipartisan. A Cosenza la giunta comunale Occhiuto sta programmando la realizzazione di un nuovo ospedale, una metropolitana “leggera” ed un avveniristico stadio di calcio, trascurando il degrado del centro storico, una rete idrica colabrodo, l’emergenza casa e il decadimento progressivo di strutture come la stazione ferroviaria e la Città dei Ragazzi.
Ma tutti questi sono dettagli per gli amministratori degli enti locali calabresi e per i vertici A.N.A.S. L’importante è che non si fermi la macchina del cemento e dell’asfalto. E via, verso nuove avventure. E che il cammino delle incompiute non si arresti. Mai!
Claudio Dionesalvi

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