Briciole di vite mai raccontate

Storie crude e lacere, storie commoventi, granelli di umanità dispersi nel deserto della dimenticanza. Francesco Cirillo cammina dritto con le mani dietro la schiena, ma con l’occhio sempre puntato verso il basso, raccogliendo briciole di vite passate inosservate su questo lembo di Calabria.
Con sorriso malcelato dietro il baffo cospirativo, ascolta gli anziani sparsi sul lungomare di Diamante, rovista archivi, spulcia vecchi album di fotografie, intavola corrispondenze con il nulla e riesce a catturarvi esistenze concrete e tragiche, pur se inverosimili.
Lui le chiama “Storie rubate” ed infatti ha deciso di raccontarle in un’antologia intitolata “Ladro di storie”, edita da “I libri del Diogene moderno”.
Tale ama definirsi: ladro. E a chi le ruba, queste umanissime vicende, se non al nulla?
È una continua lotta contro l’annientamento della memoria, un costante inseguire piccole e grandi verità. Ne scaturiscono tracce ideali per possibili sceneggiature. Qualsiasi scrittore di testi ad uso teatrale o cinematografico potrebbe attingere a questo pozzo di trame e racconti. Con l’abituale stile vignettistico, riporta a galla avvenimenti sommersi dalla scivolosa coltre del tempo. Potrebbero essere storie episodiche, “lucciole che si accendono e spengono nel buio”, banalissimi eventi senza un nesso col presente. Invece, Cirillo ci insegna a guardare dove non riusciamo più a vedere: nella memoria collettiva dei territori che abitiamo. La sua capacità di connettere frammenti apparentemente dispersi, è tipica di una coscienza formatasi nell’epoca delle grandi narrazioni collettive.
Francesco cavalca la voglia di affacciarci su un passato che sinora è stato dominio assoluto di storici e specialisti. “Ladro di storie” resuscita vicende amare, persecuzioni, amori, angeli e demoni di casa nostra. Sa che lentamente stiamo recuperando la sensibilità verso i miti dell’era contemporanea. Ed è molto bravo a farli affiorare proprio lì, a pochi passi dai luoghi che attraversiamo, dove, sbagliando, siamo abituati a pensare che sia sempre esistito il nulla, senza tempo, senza storia, senza identità.
Grazie all’associazione “Nelson Mandela” ed al professor Piero Maradei, il libro verrà presentato oggi pomeriggio alle 17.30 nella sala consiliare di Cassano Allo Jonio, con la partecipazione dell’avvocata Lucia Di Cunto, del parlamentare Francesco Caruso e del docente universitario Antonino Campennì. Sarà presente l’autore.
Claudio Dionesalvi
Mezzoeuro, 6 gennaio 2007

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