La (inutile) maxibretella jonica che fa paura agli ambientalisti

Con caschetto da edile e giubbotto della ditta appaltatrice, la ministra e la presidente arrivano a mezzogiorno. La «ripartenza» postconfinamento in Calabria si presenta con il cielo plumbeo della costa jonica, l’azzurro del mare increspato e i volti bardati di Paola De Micheli e di Jole Santelli. Sono d’accordo su tutto. Su un punto in particolare: l’Italia riparte con le «grandi opere» e con i megacantieri.
Quello sulla statale Jonica, benedetto dai sindacati, è «il più grande d’Italia»: 38 chilometri di infrastrutture viarie, un valore di 800 milioni, un investimento complessivo di 1,3 miliardi. Numeri importanti per un’opera, che – spiega l’Amministratore delegato di Anas Massimo Simonini – «collegherà otto comuni, tra Sibari e Roseto Capo Spulico, e tre regioni, ovvero Calabria, Basilicata e Puglia». Il terzo megalotto, la posa della prima pietra ieri a Francavilla Marittima, sarà anche la cerniera tra l’A2 del Mediterraneo e la 106 ovvero la fascia Jonica. «Abbiamo atteso vent’anni – esordisce Santelli – Se non ora, quando? È questo il momento di dare una svolta alla Calabria e al mezzogiorno».
Bloccato dal virus, il cantiere apre immediatamente, non appena allentate le misure di sicurezza. Secondo De Micheli: «Avremmo voluto essere qui a marzo, ma l’Italia era in ginocchio. Questa è un’opera strategica e oggi diamo un segnale di concretezza. Sono convinta che il futuro non sia un destino già scritto: dipende da voi calabresi e dipende anche da noi». Fin qui le parole di giubilo, in un’aria di festa. Ma l’opera è avversata da ambientalisti e comitati. Loro avrebbero voluto esserci per ribadire dubbi e perplessità. C’era un’alternativa? Certamente sì. Servirà a qualcosa? A poco. Chi ci guadagna? Le solite imprese dei soliti noti. Chi ci perde? I contadini e buona parte della popolazione locale. Per entrare nelle pieghe del «gigante del terzo lotto» basterebbe, in effetti, rispondere a queste quattro semplici domande. «Il Terzo megalotto della Statale 106 va catalogato alla rubrica Grandi opere inutili e dannose. Così com’è stato progettato, modificherà irrimediabilmente la conformazione di un territorio a vocazione prevalentemente agricola e turistica», rimarcano gli attivisti della Rete autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela, supportati dal docente di Pianificazione urbanistica all’Università di Firenze, Alberto Ziparo. «Se nella confinante Basilicata si è proceduto al raddoppio della già esistente statale 106, invece di edificare un’altra strada – proseguono gli attivisti – qui si preferisce crearne una nuova, costosa e nociva per l’ambiente e le pregiate produzioni di arance, pesche, clementine ed olio. Al posto del raddoppio si sceglie un duplicato».
L’opera, in effetti, potrebbe agevolmente essere realizzata con adeguamento del tracciato esistente, evitando un’insanabile offesa, anche visiva, ai valori paesaggistici del territorio, costituiti dagli splendidi terrazzi marini, dalle originali formazioni calanchive, dalle aree pinetate, dalle fiumare. Per non parlare dei siti archeologici, ritenuti tutti, a buon titolo, scenari viventi, sensibili e patrimonio identitario, culturale e produttivo delle popolazioni insediate, per buona parte sottoposto a vincolo paesaggistico.
A Villapiana, ad esempio, che vanta un importante e suggestivo centro storico, in parte recuperato, dovrebbero sorgere le discariche dei lavori della maxibretella. Stamane, la strada parallela, la vecchia 106, era quasi deserta, il volume di traffico era scarso. È la plastica dimostrazione dell’inutilità di una nuova strada, un’altra lunga lingua d’asfalto che impatterà irreversibilmente su un territorio già compromesso.
La ministra de Micheli, in chiusura del suo intervento, rivolgendosi al prefetto di Cosenza ha ammonito: «Proteggiamo il cantiere dai clan». La preoccupazione è palpabile. Sugli appalti pubblici, in passato, a queste latitudini si sono consumate guerre di mafia. Il cantiere miliardario potrebbe far gola a tanti.
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti

il manifesto, 20 maggio 2020

No Comments Yet.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *