I racconti e le opinioni dei fumatori di “erba”

«La marijuana non fa niente, speriamo che non si annoi». I muri della città recano i messaggi del popolo notturno. Racconti, frasi passionali e piccole vendette affidate agli spruzzi delle bombolette di vernice. Non mancano le dichiarazioni d’amore alla canapa indiana, un’erba che cresce rigogliosa nei campi della Calabria, ma è causa di sciagure e guai giudiziari per migliaia di giovani. Dalle scritte murali, ai numeri della statistica: è noto che la legge punisce i venditori di cannabis, ma gli ampi margini discrezionali lasciati alle Procure e alle forze dell’ordine finiscono spesso con il criminalizzare anche i normali consumatori che non sempre riescono a dimostrare di possedere la sostanza per uso personale. Secondo i primi dati di una ricerca sul campo, effettuata dall’osservatorio giovanile sul consumo di droghe, che è stato attivato all’interno del progetto “Maya” sulla riduzione del danno nel 1998, il 90 per cento delle persone segnalate da carabinieri e guardia di finanza alla prefettura di Cosenza, perché detenevano sostanze stupefacenti, erano in possesso di droghe leggere: hascisc e marjuana. Il 65 per cento ha ricevuto un’ammonizione, il 25 è stato avviato al programma del servizio tossicodipendenze e il 10 ha subito sanzioni come il ritiro della patente. L’età media dei segnalati è 18 anni. Può risultare particolarmente significativo il fatto che nel primo semestre ’98, carabinieri e guardia di finanza hanno effettuato un solo sequestro di ecstasy: una delle cosiddette “nuove droghe” che stanno dilagando nelle discoteche e nei locali notturni. Tornando alla canapa, le stime parlano di 13mila fumatori in tutta la provincia. Sul mercato di strada, pressoché inesistente in città, i prezzi al dettaglio sono molto alti: una canna costa circa 10mila lite. Tuttavia, i grossisti cosentini la cedono per quattro mila lire al grammo. Dalle interviste e dai questionari risulta che i consumatori di “ganja” (uno dei tanti nomi della marijuana), dopo averne fatto uso, provano una sensazione di euforia. «Quando la “scherpa” è di buona qualità, suscita risate ed allegria. Fa arrossare gli occhi, rende piacevole l’ascolto di musica, aumenta il ritmo del battito cardiaco e fa venire l’appetito». Qualcuno è pronto a giurare che funziona anche come afrodisiaco: «Se fumi insieme alla persona ideale, ti viene voglia di far l’amore».
Tra gli effetti negativi, i fumatori raccontano anche qualche disavventura: «Mi è capitato di andare in paranoia, provare nausea, tachicardia e la prima volta sono svenuta, ma forse si è trattato di suggestione». Un ragazzo asserisce di essere stato ricoverato per una intossicazione all’apparato respiratorio, probabilmente causata dalla famigerata marijuana della varietà albanese, importata in Calabria dalla mafia pugliese.
Dalle dichiarazioni rilasciate dai cento fumatori (di un’età compresa tra i 13 e 45 anni) che sono stati intervistati, emerge che nella maggior parte dei casi, «il primo tiro ad una canna è avvenuto nell’adolescenza». Il 52 per cento fuma ogni giorno, il 40 occasionalmente e l’8 per cento solo in particolari momenti. Molti fanno anche uso di normali sigarette (76 per cento). Al quesito «Il vizio di fumare derivati della canapa, ti ha creato guai in famiglia?», il 57 per cento ha risposto “Sì”.
L’ultima domanda ha riguardato la reperibilità della sostanza sul mercato. La fetta più consistente di persone contattate (64 per cento) dichiara di avere l’opportunità di fumare grazie al circuito degli amici che lo fanno abitualmente. Il sei per cento la compra, ma ne rivende «qualche grammo, per recuperare un po’ di soldi». Il 25 per cento si rivolge ai pusher. Infine, il cinque per cento preferisce coltivarla personalmente e i più temerari realizzano mini-piantagioni domestiche, servendosi di solai e cantine.
Tutti gli intervistati hanno dichiarato di essere favorevoli ad una legge «per la legalizzazione e liberalizzazione del consumo e della circolazione di marijuana».
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 8 gennaio 1999

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