Rossellina, la bellezza dell’antimito, oltre il tempo

Poco più di vent’anni sono trascorsi da quando perdesti la vita in quel maledetto incidente. Ma noi non ci siamo dimenticati di te, Rosselli’. Ormai sono così tanti gli spazi lasciati vuoti anzitempo, nel puzzle della vita sociale di cui siamo parte, che dovremmo dedicare ogni singolo giorno del nostro calendario alla commemorazione di uno dei tasselli scomparsi.
Riemerge spesso la tua persona nella memoria nostra di quel tempo. La sorte tragica che ti toccò fu presagio della fine di un’epoca. In poche lune sarebbe tramontata quella nostra illusione d’aver conquistato, nello stadio e fuori, luoghi liberati e inviolabili. Ce ne accorgemmo solo un anno dopo, quando ad Andreotta ti dedicammo un memorial dove una sera ci presentammo pieni dei lividi provocati da una carica a freddo della polizia in curva Sud.
Alessandro trovò la forza di dedicarti versi d’infinita profondità amorosa:
«Occhi grandi. Un tuffo nella strada della sua città che
ora non la vedrà più. Rossella, un nome molto noto fra
la generazione che ha battuto le ore e le situazioni
dell’inizio degli anni novanta.
Un talento precoce, una “Lolita” dallo sguardo di fragola,
ma con i pensieri e le movenze da monello. Un monello
dolce che ha capito immediatamente
quanto fosse aspra
l’esistenza e quando
la vita non ti consente di fermarti a riflettere (…)
Si potrebbe ricordarla ascoltando
un pezzo dei Nerds, ma in realtà lei parlava sempre
del suo amore per le melodie
di un “Pierrot e la Luna”.
Indomita ai consigli, ma attenta a trovare le linee di una femminilità rivendicata. Possesso-perdita del suo essere donna. (…)
Una dolce valle le sontuose “fossette” sul suo volto, piccole valli che hanno attraversato le storie vere del mondo della curva. Era “Miss Wolf” la più bella delle curvaiole (…)
In molti la ricorderanno per il suo sorriso complice,
per aver tagliato il nastro di molte convenzioni che avvincono questa città,
in molti la ricorderanno perché non l’hanno conosciuta.
Un taglio graffiante all’esistenza,
come un acceso “intro” dei Ramones.
Ribelle, un fiore ribelle, una rosa ribelle.
Libera infiorescenza di gioventù».
Proprio così, Rosselli’: avevi la capacità di zittirmi, mandarmi a “fanc…”, senza ferirmi. Perché eri allergica ai miti e a chi li confeziona. Ti divertivi a smontarli. Oltre il tuo carattere gioioso, ciò ti rendeva ribelle, intelligente, autonoma nel pensiero.
Claudio Dionesalvi

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