Barriere “di classe” nella città europea

SCUOLE  di serie A e B? Alunni avvantaggiati e ragazzi senza futuro? Le divisioni “di classe” esistono, eccome! Dipende molto dal quartiere in cui è ubicata la scuola.
Analfabeti nella “europea” Cosenza. Si diceva sul finire degli anni novanta. Il problema rimane. E la consistenza del fenomeno è resa ancora più grave da una nuova drammatica verità: in città i figli dei poveri si fermano alle scuole medie e non trovano occupazione, mentre i figli dei ricchi proseguono negli studi ed hanno quindi qualche possibilità in più.
È quanto emerge da una ricerca sul campo, svolta da Walter Greco, docente di Adolescenza e Devianza presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università della Calabria. I risultati dell’inchiesta saranno esposti pubblicamente oggi, nell’ambito del convegno promosso dall’associazione San Pancrazio nella Casa delle culture.
Tra gli alunni della scuola media “Gullo” di via Popilia, il 23,7 per cento non si iscrive alle superiori, contro il 5,5  dei loro coetanei della “Ciardullo” di via De Rada. I primi abbandonano in tanti, i secondi proseguono nel percorso di studi. Nel caso della “Gullo”, inoltre, solo l’8,6 per cento approda al liceo scientifico ed il 2,2 al classico. Invece, tra i ragazzi della “Ciardullo” le percentuali di iscrizione sono rispettivamente del 31,2 e del 24,8.
Un altro dato? Tra i ragazzi della scuola di via Popilia, che decidono di approdare alle superiori, soltanto il 41,9 per cento giunge a maturità o consegue il diploma, contro l’83,5 per cento dei giovani che frequentano in via De Rada. Il professore Greco non ha dubbi: “La diversificazione dei percorsi esiste già. Questa riforma non fa che ratificare una situazione già esistente. I processi di globalizzazione richiedono formazione continua. Il sapere non è più incrementale, bensì reticolare. Coloro i quali sono espulsi precocemente dall’iter scolastico, come quelli che saranno licenziati dal posto di lavoro, quali speranze avranno di essere introdotti o reinseriti nel ciclo produttivo, se non hanno la capacità di accedere ad un sapere di riserva?”.
Insomma, a Cosenza e in generale in tutto il sud, riecco il vecchio sistema scolastico, diviso in due categorie di istruzione. Una per la borghesia e l’altra per il proletariato. Proprio come nel ventennio fascista.
Claudio Dionesalvi
Il Quotidiano, 10 dicembre 2002

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