“Lettere minuscole” di Claudio Dionesalvi tra Elsa Morante e Pirandello

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Il nuovissimo romanzo di Claudio Dionesalvi uscito da poche settimane, per le edizioni Pecore Nere, rappresenta un salto di qualità, di questo scrittore ed insegnante di lettere conosciutissimo  e stimato non solo a Cosenza ma in tutta la Calabria. Non è la solita storia romanzata e ben scritta, alle quali siamo abituati da diversi scrittori nostrani, ma qualcosa di più. Leggendolo mi ha  riportato alla memoria , “La Storia” di Elsa Morante, dove Useppe era il filo conduttore di un racconto che ti faceva piombare negli orrori della seconda guerra mondiale. E così come l’ Useppe della Morante, Dionesalvi usa Accio, uno studente liceale, forse suo alter ego, come percorso narrativo all’interno della città di Cosenza durante la seconda guerra mondiale e in particolar modo nel terribile ed inutile bombardamento fatti dagli Angloamericani tra aprile ed agosto del 1943, durante i quali morirono 136 cittadini tra i quali 5 bambini della scuola “Carmela Borelli”. Accio ci porta quindi negli orrori della guerra a sua volta condivisi con un’anziana insegnante che visse quei bombardamenti e li racconta in modo travolgente. La storia prende quindi un’altra piega quella del giallo. Accio è fortuitamente in possesso di alcune lettere di militari della seconda guerra mondiale mai consegnate e vuole scoprire con l’anziana maestra come mai non siano state recapitate. E qui entra un altro personaggio chiamato Mugnune. È la figura di un eroico postino che nonostante la guerra ed i bombardamenti e lo sfascio della società fascista continuò la sua attività lavorativa mentre gerarchi e podestà scappavano dalla città. Qui il romanzo diventa avvincente, sconvolgente e pieno di colpi di scena che fanno entrare nel tessuto sociale della città con le sue contraddizioni. Si capisce che Dionesalvi è dentro questo tessuto e sa come la città viene stravolta da politiche errate, dalla chiusura della Biblioteca civica alle difficoltà esistenti nell’Archivio storico, all’assenza di attività culturali che partano dalla scuola che come spiega l’anziana maestra Lorena è oggi ridotta al lumicino. Accio quindi ci porta ad un finale inaspettato che mette assieme tutti i protagonisti del racconto come in una messa in scena teatrale di Pirandello. Ci sono tutti alla fine sul palcoscenico pirandelliano creato da Dionesalvi e tutti insieme ti conducono alla fine del romanzo.
Francesco Cirillo

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