I bei laghi della Sila, vuoti a perdere

Come in una processione laica ogni estate migliaia di cosentini e crotonesi, ma non solo, si riversano sui tornanti montuosi della Sila per una gita ai laghi Ampollino e Arvo. Forse quella in corso sarà l’ultima estate. Perché i due bacini fra qualche settimana saranno svuotati. Con effetti che hanno messo in allarme popolazioni e ambientalisti.
Da Brescia fino in Sila
La società elettrica A2A, con sede a Brescia e affari in Calabria, a metà settembre darà avvio a lavori di manutenzione dei laghi silani. Il progetto prevede la fluitazione del livello dei bacini idroelettrici e il loro parziale svuotamento. Gli interventi di manutenzione sono ritenuti necessari per migliorare l’efficienza degli impianti e aumentare la produzione di energia. La società A2A è diventata proprietaria di una parte delle centrali idroelettriche della Sila rilevandola dall’Enel.
È una multinazionale ed è una delle aziende primarie nel settore dei multiservizi, nata dalla fusione di due tra le più importanti municipalizzate italiane, la Asm spa e Amsa, capace di produrre nel 2012 un fatturato di 6,5 miliardi e un utile di 260milioni, proprietaria del termovalorizzatore di Brescia e dell’inceneritore di Acerra, fautrice del progetto di e-mobility di Milano e Brescia e con interessi miliardari nei Balcani. Insomma, una multinazionale che per sete di profitto non si fa problemi a intervenire in modo invasivo in un parco nazionale, in un’area protetta, in una zona a protezione speciale. “Le modalità di intervento manutentivo di cui si parla – dicono il presidente regionale di Legambiente, Francesco Falcone, e il responsabile nazionale Aree protette e biodiversità, Antonio Nicoletti – ci sembrano poco adeguate al contesto attuale, e il richiamo alla precedente manutenzione avvenuta vent’anni fa non ha senso perché allora il parco nazionale della Sila non era stato ancora istituito. Perciò chiediamo alle autorità competenti – aggiungono – di verificare le proposte della società e in particolare se queste rispondano alle prassi di intervento in un ambiente montano tutelato, che per oltre l’80% è interessato da foreste, con una forte presenza di elementi naturali quali fiumi e laghi che sono segni distintivi del paesaggio e rappresentano la missione e l’identità naturalistica dell’area protetta. Svuotare i laghi ci sembra un’idea superata, magari possibile nel precedente secolo, ma oggi anacronistica. Per questo, chiediamo con urgenza all’ente parco nazionale della Sila, ad Andrea Orlando e  al ministero dell’Ambiente chiarimenti sul progetto della società elettrica A2A. Le notizie, parziali e approssimative, su un intervento che prevede la fluttuazione del livello dei laghi e il parziale svuotamento dei bacini idroelettrici, ci inquietano perché mettono a rischio la conservazione dell’habitat silano”. Tra un  paio di settimane al massimo si inizierà a svuotare l’Arvo. Le operazioni dovrebbero durare in tutto un paio d’anni. I due laghi sono uniti da un tunnel che passa sotto monte Nero, partendo da capo Rosa. “Detto impianto – è scritto nella relazione tecnica – fa parte dell’asta silana che comprende altresì gli invasi di Ampollino e Savuto, i bacini di Orichella e Migliarite e le centrali di Orichella, Timpagrande e Calusia”. Il metodo di svuotamento che si utilizzerà si chiama “Fluitazione”, cioè si movimenterà l’acqua del lago in modo da far smuovere anche i fanghi deposti sul fondo, per convogliarli poi nei fiumi e scaricare il bacino. Le dighe saranno svuotate e i fondali abbassati. Ma molti dubitano. Tra questi il sindaco di Cotronei, Nicola Belcastro (Pd), secondo cui “Queste operazioni possono provocare dei danni ambientali anche alla vallata del Neto dove confluisce l’acqua dell’Ampollino”. Nicoletti da parte sua ha annunciato  che invierà una lettera al ministero per l’Ambiente per chiedere come è possibile un simile intervento in un Parco nazionale. “Ci sono delle norme di tutela da rispettare”  precisando che sta predisponendo un’interrogazione parlamentare al ministro Orlando per verificare se non ci siano altre possibilità per realizzare le opere che dovessero risultare necessarie alla manutenzione e che non comprendano lo svuotamento e la fluitazione dei laghi.
Preoccupazione, ma anche un cauto ottimismo, tra gli operatori turistici dei centri silani coinvolti. A Lorica i proprietari di ristoranti ed alberghi auspicano che i laghi tornino a riempirsi entro, e non oltre, la prossima estate. Qualcuno addirittura fa notare che questa potrebbe essere un’occasione irripetibile per dare finalmente una risposta ad alcuni inquietanti e vecchi quesiti. Nei decenni scorsi infatti più volte sono stati sollevati sospetti su presunti scarichi di rifiuti tossici presenti in fondo agli invasi. Lo svuotamento consentirebbe di effettuare una verifica sullo stato di salute dei fondali, alla luce del sole.
In posizione di osservazione si sono poste invece molte delle associazioni ambientaliste che negli ultimi anni, dentro e intorno alla Rete Difesa del Territorio “F. Nisticò”, hanno dato vita ad importanti battaglie in difesa dei beni comuni in Calabria. Brucia forte l’indignazione per la recente riapertura della centrale Enel del Mercure. Provocano non poche tensioni i recenti progetti di trivellazioni estrattive e centrali a carbone lungo e davanti la costa jonica cosentina. Il territorio regionale continua ad ospitare attività produttive avviate da multinazionali che estraggono ed esportano risorse, senza che le medesime abbiano un’effettiva ricaduta in termini occupazionali.
Cerca di fare chiarezza e di tranquillizzare gli animi la società A2A che ha invitato a Catanzaro le associazioni Italia Nostra, Legambiente, LIPU e WWF. L’incontro è stato programmato per provare a dare risposte ai tanti dubbi sollevati nelle ultime settimane. E forse per tentare di spegnere sul nascere l’ennesima mobilitazione popolare.
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti- Lorica (Cs)
il manifesto, 5 settembre 2013

i bei laghi della Sila

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