Multiservizi, 12 ore di protesta

UNA serata come un’altra, in piazza dei Bruzi. È triste trovare sotto il Palazzo un gruppo di padri e madri di famiglia, che chiedono invano di essere ricevuti. Non hanno percepito lo stipendio di novembre.
La Multiservizi è una delle tante zattere senza remi, in un mare di precarietà. Ventisei lavoratori infreddoliti, ti raccontano le loro disgrazie. Aspettano che il primo cittadino mandi a dire qualcosa di buono. Ma fino a tarda serata, nessun cenno di distensione. Per loro rimangono chiuse le porte del municipio. Sono lì da ieri mattina, quando anche i sindacati hanno dato manforte alla loro protesta. Sotto quei cappotti, ci sono anni e anni di vertenze. Ci trovi Chiochiò, che stava in Lotta Continua. E poi ex dipendenti della Bonifati, Nuova Edina, Sitel. Quella che un tempo era la classe operaia nostrana, e che oggi forse lo è ancora. Sinora soltanto il vicesindaco ha guardato in faccia questi operai. Pare che il Comune abbia il fiato corto in materia di bilancio. Non riesce a liquidare le fatture che aprirebbero la strada al pagamento degli stipendi. Tutto dipenderebbe da un’operazione di compravendita, che dovrebbe interessare, udite udite, la Regione Calabria. Se arrivano i soldi da Catanzaro, escono pure quelli per la Multiservizi. Come dire: aspettiamo fino a Natale… dell’anno prossimo, o forse dell’altro ancora.
La Multiservizi l’aveva fatta varare il vecchio Sindaco, sollecitato da Gaetano Pignataro e dalla Cgil, tra il ’99 ed il 2000. Mancini è stato il primo a capire che Lsu e Lpu sono degli sventurati. Gente che suda per una paga dimezzata, e da un momento all’altro si ritrova in mezzo alla strada. Ma siccome lo Stato li sta progressivamente annullando dal panorama del settore dipendente, qualcuno ha cercato di riconvertirli, impiegandoli in avventurose società miste. Un esperimento destinato a scontrarsi con l’inesistenza di un mercato dei servizi in Calabria. I tecnici di Italia Lavoro, che lavorano alla nascita della società mista, avevano pensato a questo piccolo dettaglio?
Quale privato è disposto a pagare una lira per usufruire di prestazioni che normalmente rientrano nelle competenze esclusive degli enti pubblici? Quali son le prospettive di prosecuzione del progetto? Manutenzione delle scuole, affissione dei manifesti e lettura dei contatori idrici. Di questo si occupano quei 26 lavoratori che percepiscono un milione e mezzo di vecchie lire al mese. Anzi, negli ultimi tempi hanno intascato prima il 60% e solo in ritardo il restante 40. E pensare che ciascuna assunzione ha dato alla Spa la possibilità di avere sgravi per 18 milioni in tre anni.
Sono numeri e fatti da non trascurare, Non si può lasciare che il primo sciacalletto della politica si butti sulla carcassa di persone che non trovano risposte, all’esterno del Palazzo. In fondo, solo nel maggio scorso, alla vigilia delle elezioni, qualcuno all’interno del municipio aveva tante fretta di riceverli, quei lavoratori della Multiservizi… O no?
Claudio Dionesalvi
Il Quotidiano, 17 dicembre 2002

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