Corso Mazzini dal 24 diventa isola pedonale. Contrari i commercianti

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Si apre il dibattito pubblico sulla chiusura del traffico in corso Mazzini, che dovrebbe scattare il prossimo 24 settembre. Ne discuteranno oggi, in un vertice mattutino, l’assessore all’igiene urbana Ortensio Longo, l’ingegnere capo Collorafi, l’architetto del piano Alessandro Adriano, la city manager Antonella Molezzi, l’assessore alle attività produttive Vincenzo Arango, il commissario straordinario dell’Amaco Franco Ambrogio. Alla riunione, che sarà coordinata dal vice sindaco Luciano Crea, parteciperanno alcuni commercianti. «La chiusura del traffico – ha dichiarato l’assessore Longo – rappresenta una nuova filosofia nella gestione del centro cittadino. Si tratta ora di definire i dettagli. Tuttavia, la nostra non è una scelta definitiva, ma è aperta alle proposte di commercianti e residenti. All’inizio, sarà una chiusura sperimentale».
Come guelfi e ghibellini, i commercianti si spaccano. La chiusura del corso principale crea opinioni contrastanti. Per il momento, escono allo scoperto solo i negozianti contrari all’isola pedonale. Ma qualcuno precisa che il problema è più articolato di come potrebbe sembrare. Roberto De Vico, titolare di un negozio d’abbigliamento, è favorevole. «Sono d’accordo con la chiusura – dice – perché gioverà alla nostra salute. Chi vive e lavora ogni giorno qui, subisce un inquinamento devastante, causato dal traffico automobilistico. Sono cambiate le abitudini nello shopping, e corso Mazzini deve adeguarsi, diventando più moderna, Negli ultimi tempi ha subito un regresso qualitativo e quantitativo. Gli utenti disertano la città; si sono trasferiti a nord. È indispensabile unire alla chiusura del traffico l’attivazione di servizi e l’offerta di spettacoli e momenti ricreativi. Il corso ha le potenzialità per essere un gigantesco impermercato». Contrari sono invece il salumaio di Palazzo degli Uffici e lo storico pasticciere Gargiulo. «Quando devono fare spese – spiega Gargiulo – i cosentini vanno verso Rende. Ogni domenica, siamo penalizzati dalla chiusura del traffico. Figuriamoci con il blocco definitivo. E poi il personale dell’Amaco dovrebbe essere tollerante. Invece fanno multe a ripetizione alle auto in sosta provvisoria». La signora Riconosciuto, dalla sua rivendita di giornali, si oppone all’isola penale, ma con riserva: «Il rischio è che da qui non passerà più nessuno. Se però ci saranno degli interventi per portarci un po’ di vita, l’esperimento può diventare interessante ». È possibilista il titolare della profumeria Giudice: «Così com’è, sembra Camigliatello silano, e la chiusura sarebbe un’assurdità. Ma se il corso fosse attrezzato, forse diventerebbe un’ipotesi praticabile». Marcello del Bar Tosti è favorevole alla chiusura totale dal Municipio a piazza Fera, ma contrario a quella parziale. Tagarelli, titolare di un negozio di filati, si oppone alla zona blu: «Non si può costruire una casa senza le fondamenta. Prima di tutto, parcheggi e salvaguardia del cittadino e poi se ne parla». Andrea, del chiosco dei giornali, vuole l’apertura mattutina e la chiusura pomeridiana. Infine Pucci, del negozio d’abbigliamento: «Sono contrario, perché da quando è nato il mondo, maggiore è l’affluenza di gente, più possibilità abbiamo di vendere».
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 18 settembre 1998
 (nella foto, il Giro d’Italia passa da Corso Mazzini)

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