La marcia su Cosenza del fronte di Scopelliti

Provocazione, prova di forza o prova generale? O magari tutte e tre. Un dato è certo. In una destra che, con il Berlusconi cadente, va in ordine sparso, ognuno gioca la sua partita. E Peppe Scopelliti, presidente della Regione Calabria, memore del suo passato cestista, questo lo sa bene. D’altronde, lui ha tante carte da giocare. Anzitutto il consenso popolare. La Calabria è l’ultima roccaforte in mano alla destra. Le ultime elezioni lo hanno certificato. E da queste parti Scopelliti è il demiurgo di un’operazione che può essere estesa anche a livello nazionale: l’alleanza tra il blocco berlusconiano e le forze neocentriste. Perno di questo schema è Cosenza, la città dotta, il feudo rosso. Che dopo quarant’anni è caduta. Per mano di un’archistar, Mario Occhiuto, arruolato dal partito di Casini e battezzato da Scopelliti per guidare la coalizione alla conquista della città bruzia. In questi 15 mesi il feeling tra i due si è consolidato. Per l’azienda di Occhiuto (uno studio professionale di fama internazionale) ad agosto sono arrivati gli aiuti della Regione: è in crisi ed usufruirà dei fondi per l’occupazione “pescati” dal Por 2007-2013 con circa 7 mila euro a carico della Regione e 28 mila a carico del fondo nazionale.
E Scopelliti, forte dell’appoggio di Occhiuto, è pronto per marciare su Cosenza. Sarà un’adunata vecchio stile, un maxicorteo voluto dal presidente per contarsi e per contare. In piazza, come ai vecchi tempi, quelli del Fronte della Gioventù di cui Scopelliti è stato l’ultimo segretario nazionale. L’appuntamento è per stasera alle 18 da Piazza Fera/Bilotti al municipio. “Saremo ventimila o forse più”, azzarda uno dei registi dell’operazione “Marea azzurra”. Mobilitati tutti: dai vertici all’ultimo tesserato. “Ci metto la faccia, non possiamo sbagliare” avrebbe confidato Scopelliti, convinto che il megaraduno di ottobre sarà un successo. Il presidente non lascia nulla di intentato. Mercoledì scorso ha riunito a Roma i deputati e senatori calabresi nella sede capitolina della regione a Piazza Campitelli. “Vi chiedo il massimo impegno per la kermesse del 1 ottobre”, ha esclamato. Dopo è salito in macchina verso Amelia per ottenere la benedizione di don Gelmini che lo ha insignito del premio Madonna del Sorriso, “per il sostegno che Scopelliti ha dato alla Comunità Incontro in Calabria”.
Nella città del filosofo Telesio dunque il governatore mostrerà i muscoli. Anzitutto dinanzi ai suoi soci. Ma la parata in piazza serve perlopiù a riparare le crepe già apertesi nella vetrina della sua Giunta. Imbarazzanti i quasi trenta milioni di euro che la Regione sborsa ogni anno per mantenere consiglieri, consulenti, gruppi consiliari e portaborse. Stucchevole è la recente presunta operazione di taglio alla spesa per la politica. Un lifting! E gli effetti, se mai ci saranno, si vedranno solo a partire dalla prossima legislatura. Pesa come un macigno anche il milione di euro dirottato dal fondo regionale per le famiglie indigenti, a beneficio della “passerella” di Miss Italia nel mondo, tenutasi a Reggio Calabria. Propaganda! Come quella sull’utilizzo dei fondi UE. La regione rimane agli ultimi posti in graduatoria. Poi ci sono le emergenze insolute di sempre. Quella relativa allo smaltimento dei rifiuti, per esempio, ha ormai raggiunto scenari “napoletani”, alla faccia delle belle promesse.
Mentre vacilla il “modello Reggio”, inquietano certi fascicoli aperti in tempi recenti nelle aule di giustizia. Proiettano un’immagine da verminaio su alcune stanze della Regione. Ipotizzano i soliti millenari legami tra politica e ‘ndrangheta.
Allora, la scelta di Cosenza non è casuale. Con Scopelliti al governo, ha perso centralità. Il comune bruzio dovrà sborsare tutti e sei i milioni di debito contratto con Sorical, società che gestisce l’acqua in Calabria. Reggio, invece, ha ottenuto un bonus grazie ai lavori di ammodernamento della rete idrica, effettuati in proprio. Non solo non dovrà pagare gli 80 milioni del debito contratto negli anni. Addirittura adesso vanta un credito con Sorical. E a proposito di acqua, il mare tirrenico cosentino è uno dei più inquinati del Mediterraneo. Neanche in questo caso, l’ex ultrà reggino Peppe ha ottenuto risultati tangibili.
Per non parlare del caos in cui vive l’ospedale di Cosenza, costretto ad assorbire l’utenza di un territorio vastissimo. Scopelliti se la prende col buco in bilancio lasciato dal precedente governo di centrosinistra. Ma i suoi uomini sono ormai da un pezzo alla guida della sanità cosentina. E il quadro non è cambiato.
Allora quale cura migliore di un bel bagno nella folla opportunamente impacchettata su pullman e spedita nella valle del Crati?
Claudio Dionesalvi- Silvio Messinetti (Cosenza)
il manifesto, 1 ottobre 2011

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