Primo maggio con gli Assalti

Arrivano gli Assalti Frontali. Arriva Luca, “Militant A”, poeta della strada e dei centri sociali autogestiti. Suoneranno lunedì sera, alle 22, all’Arenella, preceduti dai cosentini “BlueSly”. In mattinata, invece, il programma concordato da Palazzo dei Bruzi, Provincia e sindacati prevede un concerto ambulante della banda musicale Città di Cosenza.
Nella terra di Alarico gli Assalti sono conosciuti. Hanno una pagina della loro storia artistica e politica in comune con quella dei cosentini. Sono stati i primi a suonare, in una sera d’estate, sotto il carcere di Via Popilia. La voce di Luca, folletto malinconico, risuona dalla periferia romana.
Rispetto ai lavori precedenti, il vostro ultimo disco rappresenta un momento di maturazione. È un punto di arrivo o si tratta di una tappa da cui ripartire?
«La musica degli Assalti Frontali è stata sempre caratterizzata da un cambiamento. Abbiamo fatto dischi diversi. Quest’ultimo rappresenta un punto di svolta, perché siamo entrati nel mercato, abbiamo prodotto il disco con una major. Sul piano musicale, è soltanto un’evoluzione, grazie anche al contributo di Ice One. Dal vivo, faremo il concerto con i “Bruto Pop”» .
State preparando qualcosa di nuovo?
«Sì, abbiamo sempre puntato sulla ricerca. Tra un mese uscirà un altro disco, fatto completamente con musica elettronica. Rimane, comunque, l’elemento fondamentale della comunicazione attraverso la parola, il testo, quello che diciamo. È questa la ricerca più omogenea nel corso degli anni. Se pensi ad Assalti Frontali, non riesci a canticchiare una canzone nostra, però allo stesso tempo hai davanti uno scenario di comunicazione antagonista. Forse è quello il valore principale».
Però a Cosenza suonerete su un palco allestito dai sindacati…
«Per noi è un’occasione. Il concerto è gratuito e quindi avremo la possibilità di suonare davanti a tante persone. Il fatto che sia organizzato dai sindacati è un veicolo che ci offre la possibilità di essere laggiù. È significativo che a Roma i sindacati hanno abdicato il concerto di Piazza san Giovanni in favore del potere del Papa. E noi, mentre tutti i riflettori sono puntati su questo grande evento di Tor Vergata, siamo lieti di venire in periferia, a Cosenza».
Quali messaggi lancerete?
«Parleremo, per esempio, dei referendum che si terranno tra 15 giorni. Sono antisociali, contro le libertà e contro i diritti dei lavoratori. Noi porteremo il nostro messaggio. Il messaggio di Assalti Frontali. Il fatto che ci siano Cgil, Cisl e Uil è solo un’occasione».
Un tuo testo recita: “Ero Lupo in agguato, a guardia di luci lontane, ora conosco il prezzo di un ritardo, e vedo te passare”. Cosa vuol dire?
«Quella canzone fa parte di un filo conduttore che rappresenta vari momenti. L’acqua, il fuoco, la nebbia… quello è un momento di riflessione attraversato dal dubbio. Mentre ero preso da altre cose, mi è sfuggito qualcosa che mi stava vicino. Qualcosa alla quale forse non ho dato l’importanza che meritava».
Nel Cd intitolato “Banditi” canta anche Meron, che è cosentina. Sarà sul palco con voi all’Arenella?
«Spero di sì. Abbiamo fatto un solo concerto insieme».
Negli ultimi mesi, i centri sociali autogestiti hanno lanciato battaglie civili importanti, come quella per la chiusura dei centri lager per immigrati. È arrivato finalmente il momento di passare all’offensiva?
«Questa è la scommessa del futuro. Il fatto di aver occupato dei posti ed averli difesi, è stato un momento degli anni passati. Adesso bisogna uscire fuori. La società ha bisogno di un intervento come quello dei centri sociali. La politica fatta dagli uomini della sinistra istituzionale è lontana dai problemi reali delle persone. È una politica di Potere. C’è bisogno quindi di forze che entrino in contatto con la società e lavorino all’interno della politica».
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 30 aprile 2000

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