Ricordando Alfonso Curto, docente e poeta

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(il busto di Alfonso Curto nella scuola media di Lauropoli)
CASSANO – Il presepe vivente, la Proloco, il carnevale in piazza, i corsi pomeridiani di recupero dei ragazzi analfabeti, il giardino fiorito in mezzo al cemento angusto della scuola media, il laboratorio della cartapesta, le poesie di tono pascoliano.
Questo ed altro era Alfonso Curto, docente scomparso un mese fa. Gli abitanti di Lauropoli lo ricordano come un sindaco virtuale, una specie di assoluto primo cittadino. Uno di quelli che non vanno in giro ad elemosinare voti, ma comunque attraggono spontaneamente l’amore popolare. Appena parli di lui, si inumidiscono gli occhi dei  “Gropalisi”. Verso gli alunni, i colleghi, i collaboratori, aveva quell’atteggiamento di umana concordia che solo certi insegnanti della vecchia guardia possono sprigionare. Non era né un nostalgico né un burocrate. Una pacca sulla spalla, un sorriso, i sentimenti e tutto il resto veniva dopo. Delle innovazioni dell’era globale, aveva assimilato le componenti propulsive, divenendo webcontent del sito www.cassanoalloionio.info. Soprattutto, aveva capito una cosa importantissima. Per emancipare la Sibaritide, bisogna lavorare sui più giovani, indurli a recuperare la dignità dell’antica civiltà di cui sono eredi e custodi inconsapevoli. È inutile stare a lagnarsi, urlando ai quattro venti le proprie paure verso la pestilenza malavitosa che avvelena il territorio. Come quel San Giorgio Albanese cui era tanto devoto, Alfonso Curto preferiva stanare la belva dal basso, andando a cacciarla nel regno dell’ignoranza. Ogni ragazzo strappato alla cultura dell’indifferenza, è un soldato in meno per le ‘ndrine. Ecco perché il professore raccomandava ai suoi allievi: “Evitate di vivere soli!”.
Un senso di solitudine ha tramortito tutti dopo la sua scomparsa. Una morte prematura la sua, che tuttavia non riesce a soffocarne il ricordo. Così l’hanno voluto salutare colleghi ed amici: “Non hai scelto, hai dato a tutti: attenzione, competenza, cultura al ragazzo che dalla vita ha avuto tutto il resto; comprensione e amore a quello che ha avuto solo bastonate; sicurezza e fiducia in sé a chi stenta a farsi largo tra gli altri; dignità e amor proprio a chi prova vergogna di sé”.
Claudio Dionesalvi
Il Quotidiano, 11 novembre 2003

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